Lipperini: “La mia Sardegna? Letteratura, storie. E anche un po’ di bottarga…”

Loredana Lipperini, giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica, ama la Sardegna per i suoi bellissimi festival letterari, unici nel loro genere e modelli da esportare anche in Continente. Da giovanissima ha diretto l’agenzia di stampa Notizie Radicali ed è stata fra le prime voci di Radio Radicale. Dal 1990 scrive sulle pagine culturali di Repubblica ed è fra i conduttori di Fahrenheit su Radio Tre. Ha collaborato con riviste e quotidiani come L’Espresso, Sipario, Pianotime, Il Giornale della Musica, L’Unità, Il Secolo XIX. Nel 2004 ha creato un blog chiamato Lipperatura, che è diventato un punto di riferimento. Ha scritto più di dieci saggi su temi di genere e di costume; “Generazione Pokémon” (Castelvecchi), “La notte dei blogger” (Einaudi Stile Libero), “Ancora dalla parte delle bambine” (Feltrinelli), “Non è un paese per vecchie” (Feltrinelli). Gli ultimi quest’anno; “Di mamma ce n’è più d’una” (Feltrinelli) e, a quattro mani con la scrittrice sarda Michela Murgia, “L’ho uccisa perché l’amavo” (Laterza).

La sua prima volta in Sardegna?

“Nel 2008 a Gavoi, al Festival L’Isola delle Storie organizzato da Michela Murgia e Marcello Fois, dove presentai il mio libro “Ancora dalla parte delle bambine”. In seguito sono tornata svariate volte per partecipare a festival letterari e, nel 2011, per parlare con Michela Murgia del suo libro “Ave Mary” (Einaudi). A febbraio di quest’anno, ho partecipato a un tour in vari centri dell’Isola, ospite dell’associazione Scrittori a piede Liberos. Una rete, quella di Liberos, che mette assieme tutti gli attori della filiera del libro; librai, bibliotecari, lettori, organizzatori di festival e scrittori. Insomma un modello quello sardo che si potrebbe, anzi si dovrebbe esportare anche in Continente. Con Michela  c’è non solo un rapporto d’amicizia, ma anche una vera comunanza d’intenti. Altrimenti non avremmo scritto insieme L’ho uccisa perché l’amavo”.

Nel libro L’ho uccisa perché l’amavo” si parla di casi  avvenuti in Sardegna?

“Si, viene citato un episodio di cronaca, il quale grazie al cielo, non è sfociato in un femminicidio, ma che sarebbe potuto diventare un caso tragico. E’ il caso di uno stalker che impugnò addirittura una spada da samurai per minacciare la propria compagna. Comunque vorrei ribadire che L’ho uccisa perché l’amavo non è una raccolta di cronache, ma un libro che riflette sulle parole che vengono usate per raccontare il femminicidio e sulla cultura che ha alle spalle. Non si trovano, dunque, se non come citazione, delle singole storie”.

Oltre alla letteratura….

“Sposo in pieno tutte le iniziative a tutela dell’ambiente che si svolgono in Sardegna, ma che non trovano abbastanza eco sui mezzi d’informazione italiani. Penso soltanto a tutto quello che è avvenuto e sta avvenendo al poligono di Quirra…”

Qual è il suo piatto sardo preferito?

“Mi piace tutto della cucina sarda, ma in particolare sono una consumatrice, quasi tossicodipendente, di bottarga”.

Massimiliano Cordeddu

 

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