Maria Teresa Ruta: “Adoro Gigi Riva, ma è più facile conversare con Platini”

Maria Teresa Ruta, giornalista sportiva e conduttrice televisiva, ama la Sardegna, dice, perché le somiglia. Una terra aspra e spigolosa ma allo stesso tempo dolce e saporita come la sua secolare tradizione enogastronomica. Inizia a lavorare molto giovane e dopo aver vinto otto concorsi di bellezza, negli anni Ottanta esordisce in tv come soubrette e presentatrice.

Raggiunge la popolarità, aggiudicandosi anche il primo Telegatto, quando diventata giornalista sportiva, conduce la trasmissione televisiva Caccia al 13. La Ruta dal 1986 al 1991 affianca Sandro Ciotti alla Domenica Sportiva (Rai Uno) e nel 1991 passa al Processo del lunedì con Aldo Biscardi (Rai Tre). Successivamente conduce svariate edizioni dello Zecchino d’Oro, Porto Matto, Giochi senza Frontiere e Uno Mattina Estate. Nel 1997 passa a Mediaset dove conduce Vivere bene e nel 2001 sostituisce Iva Zanicchi nella conduzione dell’ultima edizione di Ok, il prezzo è giusto! (Rete 4)

Successivamente torna in Rai e lavora come inviata a Quelli che…. il calcio e partecipa alla prima edizione del reality show L’isola dei famosi (Rai due)

La sua prima volta in Sardegna?

“Penso sia stato nel 1982, quando lavoravo sia per la Rai che per la Tv svizzera. Per quest’ultima conducevo, assieme al grande Corrado Mantoni, degli speciali che andavano alla scoperta dei luoghi più belli e particolari dell’Italia. Corrado aveva il terrore di prendere l’aereo, viaggiava sempre e solo in auto e in tutta la sua vita non ha mai staccato i piedi da terra. Così, piacevolmente, fui costretta a sostituirlo per girare questi reportage della Sardegna. Rimasi stupita di posti incantevoli come Orgosolo, Fonni, Mamoiada e Dorgali”.

Perché ama così tanto questa terra?

“Amo la Sardegna, in particolare la spiaggia di Chia, perché mi ha consentito d’imparare l’arte dell’aquilone. Credo, infatti, che non sia solo uno sport, ma anche un’arte. Amo quest’Isola perché mi somiglia, da una parte spigolosa, sincera, schietta e allo stesso tempo dolce, saporita e autentica come il suo cibo”.

Qual è la parte dell’Isola che preferisce?

“Certamente la parte sud dell’Isola, forse perché mi assomiglia di più. La Sardegna del nord non mi appartiene, sia per il clima più ventoso, ma in particolare per il fenomeno del vippismo imperante. Un’altra cosa che non mi piace del nord è la massificazione dell’agglomerazione urbanistica, piuttosto preferisco stare in campeggio o in tugurio a Domus de Maria”.

Ora capisco il perché abbia deciso di comprare la casa a Santa Margherita di Pula…

“Si ho preso casa tra la Costa dei Fiori e la Baia degli Asfodeli, in quanto l’amore vero per la Sardegna è nato negli anni novanta quando sono stata in vacanza con mia figlia Guenda al Forte Village. In quell’occasione ho scoperto luoghi incantati come la spiaggia di Chia, le straordinarie grotte di Is Zuddas a Domusnovas e l’incantevole isolotto di Carloforte”.

Non mi dica anche che tifa per il Cagliari…

“Certo che glielo dico, invece. Sì oltre al mio primo amore, il Torino, sin da bambina ho sempre tifato per il Cagliari. Ricordo che nel 1969-70, stagione dello storico scudetto rossoblu, collezionavo le figurine Panini. Avevo ben quattro doppioni di Gigi Riva e scambiandoli con gli altri compagnetti riuscii ad ottenere le figurine di tutta la squadra del Torino e della Juventus (ride)”.

Nella sua lunga carriera giornalistica ha mai intervistato Gigi Riva?

“Sono sempre stata affascinata da Gigi Riva, forse perché assomiglia fisicamente e caratterialmente a mio padre. Mi è capitato di intervistarlo e ho sempre avuto un buon rapporto, nonostante parlare con lui sia molto difficile. Riva è un uomo di sostanza, schivo e di poche parole. Si chiacchiera più facilmente con Trapattoni o Platini”.

I suoi amici sardi chi sono? 

“Conosco bene una famiglia di Sarroch, i Cossu… no, non sono parenti dell’omonimo calciatore. A Pula, invece, lavora il mio vigile urbano preferito Luigi Mameli, figura storica del paese che tutti conoscono bene”

Della cucina sarda cosa le piace di più?

“So che la sorprenderò: il sale. Come il sole e il cielo, condisce qualunque tipo di pietanza. Conosco e apprezzo, avendo attraversato per lavoro tutta l’Italia, quasi tutti i piatti tipici italiani, ma credo che non ci sia niente di più gustoso del cibo sardo. Sono ghiotta di orziadas fritte, che purtroppo si trovano raramente, di culurgiones e dell’asino in umido. Ho un contadino di fiducia a Sarroch che mi prepara espresso il casu axedu e me lo mangio tutto, alla faccia di chi dice che mangiarne troppo fa venire il mal di pancia”.

Il suo vino preferito?

“Il vino sardo è molto forte, carico di profumi e sapori. Il mio preferito è la Monica che spesso compro sfuso dalla cantina di Senorbì”.

Massimiliano Cordeddu

 

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