“Massiccione” Zanda pronto per la nuova sfida: partirà per la Namibia

Due sorprese nella stessa sera al Lazzaretto di Cagliari per l’appuntamento “Senza respiro, storie di sport e di vita”: Chiara Obino, cagliaritana di 42 anni campionessa mondiale di apnea in assetto costante, tenterà di battere nuovamente il record mondiale nei giorni 26, 27, 28 luglio a Villasimius. E l’ironman Roberto ‘Massiccione’ Zanda, arrivato a sorpresa, ha annunciato che parteciperà a una nuova gara estrema in Namibia.

L’appuntamento si è  svolto questa sera nel centro culturale di Sant’Elia. Chiara è stata campionessa del mondo di apnea in assetto costante, sei volte campionessa italiana, ha conquistato tre volte il record del mondo ed è stata insignita della Medaglia D’Oro al valore sportivo da parte del Coni.

L’ironman Zanda, ultramaratoneta, dopo una vita di successi sportivi ha vissuto un dramma recente con l’amputazione dei piedi e di una mano dopo essere rimasto a meno 50 gradi per 14 ore durante una gara in Canada.  Nonostante la disavventura ha deciso di allenarsi ancora per la prossima sfida: parteciperà a una gara nel deserto della Namibia da 250 chilometri con tappe da 40 chilometri. Durante l’incontro ha raccontato la sua esperienza in Canada: “Mai avuto paura. Sono convinto che bisogna mettersi in gioco e quello che è successo è successo. Bisogna andare avanti , sono rientrato a Cagliari dopo l’intervento di Torino da 12 giorni ma mi sento già  al top. Ho promesso a me stesso la sfida della Namibia, e la mia esperienza mi  da coraggio. Provengo dal paracadutismo, non mi sono concentrato solo sul triathlon, poi non soddisfatto dalle emozioni sono andato sulle ultramaratone. E l’ho finita a congelarmi nei ghiacciai. Il risultato non è stato soddisfacente ma la gara che ho fatto per essere vivo l’ho vinta”.

Chiara Obino ha raccontato le sue grandi conquiste nell’apnea. “Durante questi anni in tanti mi hanno domandato dove avessi trovato le risorse fisiche e mentali per realizzare un record del mondo per mantenere la motivazione rispetto ad obiettivi così importanti mentre portavo avanti una vita quotidiana impegnata dalla professione e dalla famiglia. Ho compreso che il percorso compiuto era in realtà  molto più importante del risultato conseguito, che record e medaglie passano, niente rimane cucito addosso, tranne l’essere stata capace di tirare fuori il meglio di te e di averlo fatto in condizioni di massimo stress. Dopo il primo record realizzato avrei probabilmente lasciato l’attività agonistica se non ci fosse stata la spinta della sfida mentale, la curiosità di pormi ancora una volta davanti ai miei limiti mentali, di affrontare quel momento in cui invece di dire “basta!” trovi il coraggio di fare addirittura meglio di prima. Per scoprire come sarei riuscita a cavarmela questa volta, perché ogni volta la sfida è diversa. Il record non è il fine ma un mezzo: di crescita, di introspezione, di consapevolezza. Raccogliere il risultato tangibile di questo tipo di ricerca interiore è la vera soddisfazione, ed è anche ciò che ti spinge ad andare avanti”.

Accanto alle riflessioni della Obino, il pubblico numeroso che si è radunato nella corte del Lazzaretto ha potuto ascoltare l’esperienza di Max Sirena, skipper di Luna Rossa. Riminese con una forte passione e determinazione è andato avanti fino a vincere due America’s Cup, 2 Luis Vuitton Cup, 8 titoli mondiali più altri europei e italiani.

Con loro c’era anche Angelo Lobina, nuorese, che si è dedicato alle scalate: è il primo sardo a salire sull’Everest e sulle cime più alte di tutti i sette continenti: le Seven Summits.

Giuseppe Solla si è dedicato alla specialità più dura e massacrante del triathlon: 3,860 km di nuoto più 180,260 km di bicicletta e infine i 42,195 km della maratona: un totale di 226,315 km da realizzare senza soluzione di continuità. 

Quattro storie diversissime, accomunate da una grandissima passione e dalla volontà tenace di andare al di là dei limiti e superare continuamente le proprie conquiste personali.

Francesca Mulas

 

 

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