Un Cagliari da applausi ferma la Juventus. Rimpianto per la vittoria sfumata

Il Cagliari beffato quando già squadra e tifosi stavano iniziando i festeggiamenti in campo e sugli spalti per un’altra grande impresa di questa straordinaria ultima frazione di campionato dei rossoblù.  Poco c’è  mancato che anche la blasonata Juventus lasciasse le penne alla Unipol Domus, lo hanno impedito due sfortunati episodi per i ragazzi di Ranieri che hanno fatto sì che i bianconeri recuperassero nell’ultima mezz’ora i due gol incassati nel primo tempo da un Cagliari da applausi a scena aperta. È finita in pareggio ( 2-2), ma non si sa se essere comunque contenti per il punto ottenuto contro una così detta grande, o se lasciarsi andare agli sproloqui e alle imprecazioni per una clamorosa vittoria sfuggita per pura sfiga: una punizione inesistente assegnata alla squadra di Max Allegri e trasformata in rete perché Makoumbou ha fatto una sciocchezza abbassandosi sul tiro a giro di Vlahovic e poi la disgraziata autorete di Dossena a 3 minuti dalla fine della partita regolamentare.  

C’è comunque  da dire bravi anche stavolta ai rossoblu e a Claudio Ranieri. Il tecnico ha saputo imbrigliare i bianconeri per tre quarti di gara e il risultato di 2 a 0 al 61esimo stava perfino stretto: le  occasioni per arrotondare il vantaggio ci sono state, e anche ghiotte. Peccato, due punti in meno, ma rimane quello conquistato e la grande prova della squadra. Per un’ora il Cagliari è stato protagonista assoluto in campo. Ranieri ancora una volta ha azzeccato la  formazione e la disposizione tattica, schierando un 3-4-1-2 che ha messo in crisi i bianconeri, ortodossi in un 3-5-2 che poche soddisfazioni sta dando in casa bianconera, anche perché molti dei giocatori sono comprimari e la squadra è nel suo complesso di buona levatura ma non certamente ai livelli dell’Inter e neppure delle altre di alta classifica. Ranieri ha scelto di lasciare l’iniziativa agli avversari, ma i  suoi giocatori sono stati bravissimi nel recuperare palla  con un pressing asfissiante a centrocampo con sistematiciraddoppi di marcatura, per poi ripartire velocemente con due-tre passaggi all’assalto della porta juventina. Il Cagliari più bello della stagione, da spellarsi le mani in applausi.   Per un’ora è stato spettacolo vero, con i rossoblù in cattedra e la Juventus in netta difficoltà. Il grosso dispendio di energie si è però fatto sentire nell’ultima mezz’ora. I rossoblù hanno pagato dazio fisicamente e abbassato il baricentro, la Juventus si è gettata in avanti, seppur in maniera sterile e disordinata, ben controllata da Yerri Mina e soci.

Al 61esimo il primo allarme. Punizione concessa generosamente ai bianconeri al limite dell’area cagliaritana, Makoumobou ha scoperto la barriera (peraltro non disposta perfettamente)  abbassando la testa e facendo passare il pallone indirizzato alla destra di Scuffet, piazzato invece per coprire il palo opposto perché sicuro che l’altra parte fosse protetta. Da quel momento, è cominciata la sofferenza e la girandola dei cambi, che stavolta non hanno avuto effetti benefici come in passato. Tutt’altro. Ma dovevano essere fatti. Ranieri è passato al 3-5-2 più protettivo e lasciato a Shomurodov e Luvumbo il compito di tentare le ripartenze. Ma i due attaccanti avevano finito la benzina e non hanno più infastidito la difesa di Allegri. Zito è rimasto in campo fino alla fine, ma proprio non ce la faceva più e i cambi erano già stati fatti tutti. A tre minuti dalla fine la beffa dell’autogol in stile Niccolai da parte di Dossena. Da quel momento sono state erette le barricate e almeno un punto, importantissimo, è stato conquistato. Questo Cagliari va solo applaudito e sostenuto. Il traguardo della salvezza è lì, a portata di mano. Bastano tre punti in cinque partite e sarà festa.

Luciano Onnis

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