Il dramma di Zanda dopo la Yukon Artic Ultra: arti congelati e con gravi ferite

“Siamo preoccupati, ci mettiamo nelle mani di Roberto, contiamo sulla sua forza. Roberto hai vinto una battaglia, ora devi vincerne un’altra e tornare a casa da noi, ti stiamo aspettando”. È l’appello fatto da Paolo Zanda, fratello di Roberto, l’ironman sardo attualmente ricoverato nell’ospedale di Whitehorse a causa del congelamento di braccia, gambe e mani avvenuto mentre partecipava alla Yukon Artic Ultra, la maratona in solitaria sulle nevi del Canada dove il termometro scende anche a -50 gradi che “Massiccione” ha abbandonato due giorni fa. La sua compagna sta raggiungendo in queste ore l’ospedale, solo allora si potranno avere notizie più dettagliate sulle reali condizioni di salute di Zanda.

L’intervista a Roberto Zanda nel numero marzo-aprile 2017 di Sardinia Post Magazine

I familiari hanno già parlato con infermieri e medici, inoltre un altro atleta che ha partecipato alla competizione è nello stesso ospedale e sta fornendo qualche informazione in più. Da quanto si apprende, quando è entrato in ospedale aveva segni di congelamento di terzo grado agli arti, con ferite sanguinanti, un particolare questo che sembrerebbe far scongiurare l’ipotesi più nefasta, quella dell’amputazione. I medici stanno applicando una serie di cure specialistiche, utilizzando farmaci specifici di ultima generazione per rendere più fluido il sangue dell’atleta e consentire una rapida guarigione. Di sicuro Zanda non potrà lasciare l’ospedale per i prossimi cinque-sei giorni, termine che probabilmente i medici si sono presi per analizzare dettagliatamente il caso. Poi potrebbe rimanere ancora qualche settimana in Canada per cure specialistiche. “Siamo in pensiero per lui – dice ancora il fratello – è un grande uomo, è il nostro eroe, vogliamo riabbracciarlo al più presto”.

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