Il Cagliari alla Fluorsid di Giulini. Firmato preliminare da 45 milioni di euro

La notizia era già nell’aria. Prima le dichiarazioni di Cellino, al timone del Cagliari calcio da 22 anni, in cui diceva che la trattativa americana non era altro che un bluff. Poi, la conferma dell’alternativa, già in piedi e avviata. Tramonta quindi definitivamente il sogno americano, e il Cagliari resta italiano. Anzi sardo, di più: Macchiareddu, zona industruiale di Cagliari. Ormai è fatta: i rossoblù andranno alla Fluorsid di Tommaso Giulini, imprenditore ma anche uomo di calcio essendo stato anche nel cda dell’Inter. Da quanto appreso dall’ANSA, Cellino avrebbe firmato un preliminare di accordo. Un affare da 45 milioni di euro, un’offerta nettamente inferiore a quella del Fondo Usa, di cui non è mai stata svelata l’esistenza. Ora sembra non ci siano altri ostacoli per la firma conclusiva della vendita e i passi successivi sarebbero solo una formalità. Una brusca inversione di rotta quella impressa da Cellino, che stanco di aspettare le “sirene” dagli States, ha scelto la via della continuità. E poco importa che molti tifosi abbiano fatto apertamente sostenuto la cordata Usa. Ancora una volta c’è stata una mossa a sorpresa da parte del patron.

Una trattativa andata a avanti a suon di incontri pubblici e, soprattutto, post su Facebook e i social network. Non più tardi di una settimana fa, dopo l’incontro di Miami, sembrava fatta per il nuovo Cagliari versione Usa: conferme in coro (da parte di Cellino e del fondo americano), strette di mano, foto. “Dio li benedica – disse dopo la stretta di mano con Luca Silvestrone – ora saranno loro a lottare con la burocrazia. Sono felicissimo, spero che facciano fare a loro ciò che non hanno fatto fare a me”. Mancava solo la firma, si diceva. E ieri, dopo il via libera della commissione provinciale di vigilanza per il Sant’Elia a 16 mila posti, si aspettava solo la sigla del contratto. E invece la firma sarà un’altra. Pubblicate sulle pagine del quotidiano ‘L’Unione Sarda’, sono arrivate le dichiarazioni choc (soprattutto per i tifosi che sognavano un futuro a stelle e strisce) del presidente Massimo Cellino. “Il fondo Usa? Cercatelo a ‘Chi l’ha visto?’, io dopo l’accordo di Miami non ho più sentito nessuno e non ho visto soldi. Ho sempre pensato che Silvestrone (l’emissario del Fondo interessato a club e stadio, ndr) rappresentasse solo se stesso, il sindaco lo ha fatto entrare in Comune, i tifosi volevano che lo ricevessi e l’ho ricevuto. E invece soldi non ce ne sono, e neppure investitori”.

Eppure entrambe le parti sembrano davvero aver trovato l’intesa su tutto: vendita completa di squadra, centro sportivo e terreni di Elmas a un prezzo tra gli 80 e gli 85 milioni. Con la sede di viale La Playa agli americani, ma soltanto in affitto. Nelle ultime ore la brusca accelerazione a favore di Fluorsid e di Giulini, che ha lavorato in silenzio in sottotraccia e non si è mai dato per vinto. “Non molliamo la trattativa va avanti” il post di Silvestrone su Facebook. Cellino però, sempre sull’Unione, aveva precisato: “Ora si vende il Cagliari a chi ha voglia di metterci la faccia. Bisogna fare presto, perché c’è una stagione da programmare e uno stadio da mettere a norma”. E proprio la fretta, con la scadenza del 20 giugno per la comunicazione alla Lega dello stadio dove la squadra giocherà il prossimo campionato. E proprio lo stadio, la conditio sine qua non dell’offerta a stelle e strisce, forse è stato l’ago della bilancia. “Si giocherà di sicuro al Sant’Elia” ha detto nei giorni scorsi il sindaco Massimo Zedda. Forse non sarà il megastadio disegno dall’archistar Dan Meis.

 

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