Saviano a Cagliari: “Nessun ambiente è immune dal traffico di droga”. Allarme criminalità nel Nord Sardegna

“La sfida dello scrittore? Far capire che gli episodi di cronaca che leggiamo distrattamente sui quotidiani sono le storie di tutti, sono la realtà che ci circonda”.

Roberto Saviano, ospite ieri sera al Bastione di Cagliari per la chiusura del festival Leggendo Metropolitano, ha raccontato davanti a una platea immensa la sua ultima fatica, “Zero Zero Zero“, in libreria da qualche settimana per Feltrinelli. Lo scrittore e giornalista napoletano, 34 anni, ha ricostruito il mondo della criminalità organizzata che si muove attorno alla droga e in particolare al traffico di cocaina, ha ricordato con pochi semplici esempi che “le mafie non sono solo la notizia dell’arresto di un boss o il sequestro di un carico di coca, ma una rete immensa che raggiunge inevitabilmente il nostro quotidiano”.

Un traffico dall’enorme potere economico che alimenta i sistemi criminali ma invade ogni giorno anche le nostre vite, dalla banca che ricicla il denaro alle aziende alimentate dai proventi dello spaccio. Dichiarazione quasi profetiche se si considera che sono state pronunciate poche ore prima del clamoroso arresto di Graziano Mesina, appunto per traffico di droga. Il fatto è che nessuno – nessun ambiente, nessun luogo –  è immune in una rete che parte dall’Afghanistan, produttore del 98% di oppio, e arriva fin sotto casa con la piccola delinquenza: “l’immenso giro economico della criminalità organizzata ha gettato le sue radici anche in Sardegna, soprattutto nel Nord dell’isola”.

Poco prima di salire sul palco del Bastione lo scrittore ha postato su twitter un saluto ai lettori isolani con le parole di D.H. Lawrence, “La Sardegna. Questa terra non somiglia a nessun altro luogo”. Già, così diversa e unica, ma evidentemente non esclusa dagli interessi dei sistemi criminali che trovano terreno fertile soprattutto nell’edilizia.

“Il nostro Paese, ha sottolineato Saviano, insegna a tutto il mondo come si combattono le mafie, abbiamo tantissime leggi contro la criminalità ma allo stesso tempo conviviamo con la mafia più complessa e articolata”. E questo perché i mafiosi non seguono la legge ma regole sociali, di comportamento e di azione proprie che assicurano potere e prestigio e aiutano a mantenerli. Saviano, che da sette anni si muove sotto scorta per le denunce del suo primo romanzo “Gomorra” con cui svelava il funzionamento della camorra campana, ha riassunto anche i rituali di affiliazione, tanto antichi quanto sinistri, per entrare all’interno di un clan: formule di giuramento, gesti, simboli e preghiere sanciscono l’appartenenza a una struttura protettiva da cui si può uscire solo con la morte.

“Peggio delle cospirazioni, del crimine, della corruzione c’è solo l’indifferenza, che colpisce le società soprattutto in periodi di crisi. Non dobbiamo restare indifferenti, ed è assurdo che i politici italiani trattino il problema come fosse secondario: le mafie sono circondate dal silenzio”. In chiusura di serata Roberto Saviano si congeda dal pubblico cagliaritano con i versi di Blaga Dimitrova, poetessa bulgara;: “Nessuna paura che mi calpestino, l’erba calpestata diventa sentiero”.

Lo scrittore napoletano oggi proseguirà il mini tour promozionale nell’isola: questa sera dalle 20 sarà a Nuoro, in corso Garibaldi, e domani alle 19 in piazza Moretti a Sassari grazie all’organizzazione di Lìberos, Miele Amaro e Koiné.

Francesca Mulas 

 

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