ARCHIVIO. Mesina arrestato per droga ma progettava sequestro dell’imprenditore Luigi Russo

Maxioperazione antidroga a Nuoro e in tutta Italia. Tra le decine di arresti, questa mattina all’alba, c’è anche l’ex primula rossa Graziano Mesina, 71 anni. L’operazione, condotta dai carabinieri di Nuoro in collaborazione con i colleghi di Milano, Cagliari, Oristano, Sassari e Reggio Calabria, è scattata questa mattina e ha condotto allo smantellamento di due associazioni dedite al traffico di stupefacenti. Mesina, in particolare, secondo gli inquirenti sarebbe stato a capo dell’associazione ritenuta più pericolosa dedita anche a estorsioni. Ma non solo:  stava progettando un sequestro di persona. Per diversi mesi dal 2009 al 2010 Mesina e complici programmarono il sequestro dell’imprenditore di Oristano Luigi Russo “e compirono una serie di atti preparatori tra cui almeno due sopralluoghi nell’abitazione del sequestrando”. Lo si apprende dall’ordinanza del Gip. Era solo un progetto, quindi non scatterà l’accusa di rapimento. I carabinieri lo hanno sorpreso nel sonno, alle 3.30, a casa della sorella Antonia, ad Orgosolo. Ai carabinieri che si sono presentati per arrestare Graziano Mesina,  è apparso tranquillo, “quasi come se lo aspettasse”, spiegano gli investigatori dell’Arma.

Avevano studiato i sistemi di difesa dell’abitazione dell’imprenditore oristanese, che risulta essere titolare di un’azienda per la vendita all’ingrosso di abbigliamento e accessori con sede a Santa Giusta, per sequestrarlo e chiederne il riscatto. Mesina e i suoi complici, in particolare Francesco Piras che avrebbe indicato l’obiettivo, e Raimondo Crissantu, avrebbero effettuato due dettagliati sopralluoghi alla casa. Il primo – secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia in carcere – a febbraio del 2010 portato a termine dallo stesso Mesina e da Piras: da un’intercettazione telefonica emerge che il blitz servì per analizzare i sistemi di difesa e sorveglianza. Nella conversazione i due parlarono anche del modo più sicuro per prelevare l’imprenditore e delle “strategie da utilizzare durante la gestione del sequestro”. Il secondo sopralluogo, invece, venne fatto da Piras e Crissantu a dicembre dello stesso anno. Nel corso di una telefonata intercettata due anni dopo tra Giovanni Filindeu – uno degli arrestati – e Mesina si parla esplicitamente della possibilità di “portare via la moglie e i figli” a un “uomo non identificato per costringerlo ad andare in banca a ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza”.

I carabinieri avrebbero dovuto arrestare Graziano Mesina già a metà dello scorso gennaio perché colto in flagranza di reati che prevedono, appunto, le manette immediate. Le esigenze investigative, però, hanno fatto sì che venisse emesso l’ordine di “ritardato arresto”, provvedimento previsto dal nostro ordinamento, per cui Grazianeddu è stato lasciato libero per facilitare il prosieguo dell’inchiesta, i cui sviluppi sono stati illustrati oggi.

Graziano Mesina, originario di Orgosolo, solo nel 2004, dopo aver scontato 40 anni di carcere, aveva ottenuto la grazia dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E si era dedicato all’attività di guida turistica.

Le ragioni dell’arresto.  Secondo gli inquirenti, sarebbe stato capo carismatico di una organizzazione che aveva base a Orgosolo, con disponibilità di armi, e che non si occupavano solo di stupefacenti, ma anche – hanno riferito i carabinieri – di rapine, furti e sequestri. Capo dell’altra organizzazione sgominata oggi dai carabinieri, con base nel cagliaritano, è ritenuto Gigino Milia, con il quale Mesina ha una amicizia risalente nel tempo (sono stati coimputati e condannati rispettivamente per sequestro di persona e ricettazione il 23 giugno 1978 dal Tribunale di Camerino, hanno sottolineato i carabinieri). Graziano Mesina e Gigino Milia, fino al 2010, sfruttando le loro conoscenze ed il credito riconosciuto loro dagli esponenti della criminalità isolana e della penisola, hanno acquistato grosse partite di droga – eroina, cocaina, marijuana – rivendendole a gruppi minori e persone dediti allo spaccio nelle province di Cagliari, Sassari e Nuoro. In seguito, Mesina – sempre secondo gli inquirenti – ha proseguito le sue attività illecite utilizzando canali autonomi di approvvigionamento. Le misure cautelari sono state emessa dal gip distrettuale di Cagliari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, che ha direttole indagini: finora sono stati eseguiti dai carabinieri 21 provvedimenti di custodia in carcere e cinque di arresti domiciliari.

L’alta pericolosità sociale. Graziano Mesina viene descritto dai carabinieri come un uomo di una spiccata pericolosità sociale non tanto per i reati commessi e la banda messa in piedi, ma per la capacità di ispirare attività criminose e trovare proseliti fra i giovani, creando una vera e propria leadership. Da capo – sottolineano gli investigatori – ha sempre tenuto un profilo da vero ‘professionista’ e non ha mai avuto cadute di stile nei suoi comportamenti: mai ubriaco, e non ha mai usato droga a livello personale. Mesina – hanno ricostruito i militari – ha mutuato le caratteristiche della criminalità organizzata delle grandi bande della Penisola. Se avesse avuto ancora tempo – è la convinzione degli inquirenti – avrebbe potuto creare un assetto criminale di grande spessore e di forte pericolo per tutta l’Isola.

Graziano Mesina aveva acquisito un credito enorme fra i suoi ‘discepoli‘ poi assoldati nella banda che agiva in Sardegna. Un carisma – hanno spiegato i carabinieri del comando provinciale di Nuoro – che ha spinto molti giovani, compresi i suoi nipoti, a seguirlo in questo giro di delinquenza organizzata. Il fermo immagine presentato in conferenza stampa nel quale l’ex primula rossa si presenta ad un incontro per riscuotere danaro da un creditore di Cagliari con due della banda armati e a sua difesa, dimostra la leadership riconosciuta dai suoi adepti. Un grande credito Mesina lo riscuote anche socialmente, fra l’opinione pubblica: la gente comune ha creduto nel suo ravvedimento. E questo lo avrebbe favorito nella ricerca dei giovani del paese da reclutare nella sua organizzazione.

I nomi. In particolare gli arrestati appartenenti all’organizzazione nuorese, tutti di Orgosolo, destinatari della custodia in carcere sono: Raimondo Crissantu, di 43 anni; Salvatore Devias, di 41; Franco Devias, di 25; Giovanni Filindeu, di 35; Giovanni Antonio Musina, di 39; Vincenzo Sini, di 45 (ai domiciliari per un’altro fatto); Francesco Piras, di 58, di Norbello. Questi invece gli arrestati legati all’organizzazione cagliaritana: Gigi Milia, di 66, di Fluminimaggiore; Corrado Altea, avvocato, 62 anni di Arbus; Antonio Mascia, di 57, di Villanovafranca; Guido Brignone, di 61, di Cagliari; Daniele Brignone, di 35, di Cagliari (ai domiciliari). Coinvolti nel traffico, a vario titolo, ed arrestati anche Pierpaolo Donadio, di 63 anni di Alghero; Lino Giovanni Pira, di 61, di Dorgali; Enrico Fois, di 71, di Cagliari (ai domiciliari); Efisio Mura, di 33, di Cagliari; Luigi Atzori, di 51, di Cagliari (ai domiciliari); Vittorio Denanni, di 47, di Chiaramonti (Sassari); Giuseppe Mesina, di 22, di Orgosolo (ai domiciliari); Aldo Catgiu, di 40, di Orgosolo (ai domiciliari); Franco Pinna, di 41, di Nurri; Raffaele Pinna, di 49, di Nurri; Alessandro Farina, di 30, di Olbia; Luca Buluggiu, di 31, di Ozieri; Giovanni Sanna, di 37, di Ozieri.

GRAZIANEDDU, RE DELLE EVASIONI

Seguono aggiornamenti – I dettagli dell’operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa ancora in corso nella sede del comando provinciale di Nuoro dei carabinieri. 

 

 

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