Il Cagliari mette l’Udinese nel mirino dopo una settimana senza tregua

Ci si aspettava una settimana di tregua, ma non è avvenuta. Ha respirato sicuramente Diego Lopez, passato dall’esonero all’altare del trionfo per il pareggio ottenuto domenica scorsa con l’Inter. Un pareggio che ha di positivo un primo tempo bellissimo, condotto sempre con la palla tra i piedi, con una squadra capace di affacciarsi più e più volte dalle parti di Handanovic. Poi l’1-1 di Rolando e il blackout. La difesa cagliaritana ha costruito una linea gotica atta a mantenere il punteggio, undici uomini dietro la linea della palla a vibrare tra traverse, occasioni mancate, parate di Avramov, salvataggi a portiere battuto. Una sofferenza che solo il fischio dell’arbitro ha posto fine.

Il bicchiere è mezzo pieno. Con l’Udinese mancherà buona parte del centrocampo, occorrerà impostare una partita paziente, accorta, con il proposito di colpire appena un varco si fa largo. I friulani hanno tante assenze, vengono da una stagione grigia, sobria, che le garantirà una salvezza agevole, e di certo qualche punto passa da Cagliari. La squadra rossoblù ha dalla sua la necessità di cambiare marcia: mai come in questo momento deve vincere tutte le gare in casa che le restano, deve impreziosire i pareggi esterni con vittorie scaccia-pensieri. La classifica si farà sorridente via via che gli scontri diretti strapperanno un pezzetto di speranza alle compagini che inseguono. Paradossalmente, a parte le gare con Roma, Napoli e Juventus (che dovrebbe a quel punto aver già conquistato lo scudetto), il Cagliari ha un percorso dove può decidere che futuro darsi. Ha già dimostrato di poter perdere con tutti (Bologna, Livorno) e di poter vincere o almeno fermare tutti (Fiorentina, Inter, Napoli, Roma). Deve dimostrare di poter dare la spinta decisiva al raggiungimento del suo obiettivo.

Negli ultimi due mesi per i giocatori del Cagliari non è stato facile lavorare. Per raggiungere un obiettivo occorre essere sereni, avere il sostegno di tifosi e società. La seconda opzione parzialmente sta mancando, tra stipendi non pagati, un presidente che pensa a farsi le Ferrari altrove e i tumulti della piazza. L’increscioso fatto che ha visto come vittima Daniele Dessena è stato un caso ingigantito a livello nazionale, suscitato da quattro idioti quattro che hanno apostrofato il centrocampista con svariati epiteti omofobi. Questo ha avuto un risvolto importante: ha dato interesse sulla campagna “Ho allacciato per dare un calcio all’omofobia” promossa dalla Paddy Power e dalla fondazione Candido Cannavò a cui hanno aderito nelle ultime ore la Nazionale Italiana e la Figc. Silenzio da parte del Cagliari Calcio invece: questo atteggiamento va in netto contrasto con l’adesione pubblica di buona parte della squadra, e dimostra come i dipendenti siano spesso più sensibili e intelligenti di chi li comanda. Dall’altro lato ha destabilizzato un giocatore e l’ambiente, togliendo concentrazione alla preparazione della gara di domani.

Il silenzio, a guardar bene, pare prerogativa della dirigenza cagliaritana. Nulla si muove dal fronte acquisto-cessione della società. Il problema principale deriva dalla FA inglese, che con un comunicato di martedì sera annunciava: “La Football League rimane in discussione sia con i proprietari che con le proposte degli acquirenti del Leeds United, per quanto riguarda il cambiamento previsto di proprietà. Ad oggi, una notevole quantità di informazioni richieste sono state fornite da GFH ed Eleonora Sport, ma ci sono ancora un certo numero di questioni in sospeso che richiedono ulteriori osservazioni delle due parti. C’è la fondata prospettiva che vi saranno ulteriori richieste di documentazione in seguito alla presentazione delle informazioni che sono state richieste. Il consiglio della Football League si riunirà il 13 marzo dove riceverà un aggiornamento sulla questione del esecutivo della Lega, a meno che tutte le questioni rimanenti possano essere risolte in modo soddisfacente prima di tale data”.

Questo significa che fino ad una decisione definitiva degli inglesi, Cellino non toglie il piede dalle due scarpe. Nel mentre gli arabi premono, sono stufi di aspettare dopo aver versato un robusto acconto nelle tasche di Cellino. Però devono aspettare, e per questo arrivano finte smentite che servono solo a calmare le acque in attesa dell’ufficialità.

Poi ci sono gli americani. Lunedì 3 marzo si presenteranno al Comune di Cagliari davanti a Massimo Zedda con un progetto ambizioso per la costruzione del nuovo stadio Sant’Elia. Non solo: si prevede la formazione di una vera e propria cittadella sportiva molto simile al progetto proposto dai Della Valle a Firenze (ed approvato dalla giunta Renzi); la costruzione di alberghi, centri benessere, ristoranti. Il nuovo stadio avrebbe una capienza di venticinque mila posti e i lavori, previsti da società e lavoratori sardi, inizierebbero di concerto con quelli previsti per il nuovo impianto sportivo dell’Udinese, guarda caso avversaria del Cagliari domani alle 12.30.

Quella di lunedì sarà l’occasione per capire meglio se gli americani vogliono anche la squadra rossoblù, se vengono inviati a gestire il business di qualcun altro (gli Al Thani? Altri americani?) oppure se vogliono semplicemente aprire un business nel capoluogo sardo, visto che questi signori hanno già operato nella costruzione di altri stadi in Europa (tra cui lo Juventus Stadium) senza doversi interessare agli aspetti calcistici.

 

Simone Spada

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