Eppure la crisi economica sorprende

I numeri della crisi economica che sta attanagliando il nostro territorio stanno tutti là, nei rapporti delle Diocesi che documentano il numero delle famiglie che ormai non ce la fanno più ad andare avanti: il 15% della popolazione è ormai costretta a rivolgersi alle associazioni caritatevoli; persone e famiglie che prima avevano una loro vita, una vita che questa crisi si sta portando via, giorno dopo giorno, e che ora sono costrette a richiedere l’aiuto della propria parrocchia. Numeri da paura.

Don Giorgio Fois, Parrocco della Parrocchia di San Pio X ad Iglesias, ne parla con grande partecipazione, consapevole che l’aiuto che può dare, col contributo della parrocchia e dei volontari Vincenzani, è solo un aiuto temporaneo, un tamponare l’emergenza che può concretizzarsi nel donare qualche sacchetto di spesa alimentare o il pagamento di una bolletta della luce ormai da troppo tempo scaduta, fin anche all’acquistare una bombola del gas; generi di prima necessità, di cui nessuno può fare a meno, eppure… eppure la crisi, talvolta, sorprende; si perché, racconta Don Giorgio, con un piglio stizzito misto al sorpreso: “ mi è anche capitato di acquistare, per una persona bisognosa, un bene primario come può esserlo la bombola del gas per poi scoprire che la persona in questione l’aveva rivenduta per giocarsi i soldi con i gratta e vinci”; storie tristi che nascondono una grande difficoltà interiore ed una altrettanto grande debolezza caratteriale.
Ma Don Giorgio, giovane Parrocco di Iglesias, è anche fermo nel prendere le decisioni che gli provengono dall’abito che indossa e dalla missione a cui è chiamato perché, come dice lui “ non mi sorprende più niente“, un’affermazione che la dice lunga sulle esperienze vissute, e quindi, a scanso di equivoci, alle persone che si presentano per chiedere una mano d’aiuto lui, Don Giorgio, chiede l’ISEE, l’indicatore economico del nucleo familiare perché, continua lui “ esistono delle priorità, casi più gravi di altri per cui, anche se è difficile, è necessario fare delle scelte anche perché le risorse non sono infinite “.
Ma quello che tiene a precisare, in conclusione della nostra intervista, è l’aspetto esteriore della crisi: infatti la maggior parte delle persone che oggi sono in difficoltà sono comunque persone che “apparentemente” non hanno problemi economici perché possiedono un’ auto di cilindrata medio-alta, hanno l’i-phone, il tablet e vestono con capi firmati perché, continua Don Giorgio,” l’immagine viene prima di ogni altra cosa, è come una droga, non si rinuncia a nulla, a qualunque costo; ecco perché bisogna prendere coscienza dei propri limiti e di quelle che sono le priorità della vita “.
Ma la crisi si manifesta, talvolta, in modo equivoco e burlesco, come mi racconta il responsabile di un supermercato della zona che chiameremo Marco, nome di fantasia, che mi racconta della volta che una cliente si era “dimenticata” un uovo di Pasqua nella propria borsa e che poi, non paga, subito dopo, si è recata presso una profumeria dove “voleva” dimenticarsi anche un profumo che doveva regalare, dirà poi ai Carabinieri, al proprio figlioccio insieme all’uovo di Pasqua;
oppure, racconta ancora Marco, con tono divertito, l’episodio della giovane mamma che entrò nel supermercato col bambino nel passeggino e tentò di uscire con una macchinetta del caffè nascosta nelle borse del passeggino: dichiarò poi che non sapeva spiegare come potesse esserci finita una macchinetta del caffè nel suo passeggino.
Ma, conclude Marco, pur avendo, per dovere, un atteggiamento intransigente di fronte a questi episodi, abbiamo un atteggiamento più “accomodante” quando ci rendiamo conto di trovarci di fronte a un caso “di necessità”, quando cioè l’oggetto “dimenticato” è un genere di prima necessità.
Di atteggiamento diverso è invece Luisa, anche per lei useremo un nome inventato, la quale dirige un grosso negozio di profumi e cosmetici: per lei non ci sono scusanti e non fa sconti a nessuno, e non parliamo dei saldi di fine stagione, perché sarebbe più onesto, a sentire lei, far presente una certa situazione di difficoltà e chiedere una mano d’aiuto, una bottiglietta di sapone o shampoo è ben poca cosa, piuttosto che ingannare il titolare di un esercizio commerciale che, anche lui, ha le sue brave gatte da pelare; punti di vista.
Mi sorprende non poco invece il racconto di Fabio, settore alimentari, il quale con tono affabile e senza scomporsi mi racconta un’episodio che gli capitò qualche tempo fa, non molto però: era una giornata calda, una di quelle che ti fanno sudare anche stando fermo, immagina quando uno sta lavorando e il giorno, di lavoro, ne avevamo tanto; era arrivata la merce fresca tutta da sistemare; per cui vedere i clienti sudare era per me una cosa normale; sudare si, sulla fronte o sotto le ascelle ma non nelle parti intime; vengo chiamato dalla cassiera con l’interfono, stavo sistemando i latticini, dovevo fare presto, con questo caldo i “freschi” non aspettano; quello che mi si presenta è un’immagine triste e comica al contempo ma ben presto la prima prende il sopravvento sull’altra e mi fa anche dimenticare dei latticini da sistemare: una donnina anziana, circa 75-80 anni, piccola piccola, capelli completamente bianchi, ordinati e ritirati, portava un vestito lungo fin quasi ai piedi, che aderiva al corpo, troppo forse perché i segni che le faceva non erano dovuti a imperfezioni del suo corpo ma ad alcune confezioni di prodotti freschi, che stavano nelle celle frigo, che lei aveva sistemato accuratamente nella biancheria intima che indossava e che le avevano inumidito buona parte del vestito; la osservai, in silenzio, guardandola negli occhi, un momento che mi sembrò un’eternità, tanto era il mio imbarazzo, capii che era vera disperazione, così decisi di darle un consiglio: “ signora, vada subito a casa” le dissi, “ perché sudare in questo modo può farle molto male”; pagò un pacco di biscotti e lasciai che andasse via.
Come dire, insomma, che l’altruismo e la solidarietà, forse, sono ideali che, in tempi di crisi profonde, hanno ancora un loro valore.
Carlo Martinelli

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