Finanzia i fanti ma non dimenticare i Santi.
Difficile capire quali siano le discriminanti per sganciar denari, ma è pacifica la pervicace predilezione per feste e sagre paesane: dagli uffici di presidenza a quelli di quasi tutti gli assessorati, la gara è serrata. Fino ad onorare (più o meno) l’intero calendario: da Sant’Antonio Abate a Santa Filomena, da San Bartolomeo a San Giorgio Martire, da San Giovanni Battista a San Lorenzo fino al meno noto Santo Stefano Marense (di stanza a Maracalagonis). Alla fine, le sponsorizzazioni per le sole feste patronali sfiorano i 52mila euro. Sempre in ambito mistico, nella lista infinita c’è pure la parziale copertura delle spese sostenute dalle suore mercedarie di Monserrato per la partecipazione al progetto ‘Scambio di decorazioni per l’Albero di Natale europeo 2012’ e compaiono financo 1.000 euro elargiti a un centro studi di Pisa in occasione delle celebrazioni per il 90° anniversario della morte dell’economista e sociologo Giuseppe Toniolo. Dopo i Santi, va da sé che non potevano mancare i fanti. Che la Provincia ha onorato con 2.500 euro come contributo per l’evento di orientamento “150° anniversario della costituzione dell’Esercito italiano”. Idem come sopra, questo breve elenco riporta solo una piccolissima parte di quel che è stato effettivamente finanziato.
“Siamo soli nell’Universo?”.
Dopo le manifestazioni solenni, un po’ di ‘alleggerimento’ con, nell’ordine: una mostra ornitologica (appena 500 euro) e un mini tour all’evento ‘Capre in fiera’ (1.000). Segue un salto a Rimini per ‘Felicit(t)à’ (2.500) e subito dopo non sarebbe male fare una visitina al convegno ‘La scena del crimine’ (1.200) per concludere con la ‘Festa della ceramica’. A rialzare imperiosamente i toni ci pensa la ‘IV Biennale d’arte e letteratura’, incentrata sul tema ‘Metamorfosi: ieri il mito, oggi?‘. Interrogativo di tutto rispetto, certo. Al pari del “Siamo soli nell’Universo?”. Ma la vera domanda è: “Perché devono pagare i contribuenti quando il bancomat lo usa la Provincia?”.
Pablo Sole
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