La Provincia degli ayatollah

La cifra è modesta (300 euro), e non paragonabile a quelle che vengono destinate “a pioggia” per finanziare feste e sagre, ma l’occasione particolarmente bizzarra: la somma è servita per pagare il viaggio a Roma del presidente dell’assemblea provinciale di Cagliari Roberto Pili che il 7 di questo mese ha partecipato – su invito dell’ambasciatore Seyed Mohammad Ali Hosseini – a un ricevimento in onore della Rivoluzione islamica del 1979. E’ stato accompagnato da un consigliere provinciale, Emanuele Armeni, il cui viaggio (sempre pagato dalla Provincia) è costato un po’ meno, 250 euro. L’ipotesi più probabile è che Pili abba pagato il taxi per entrambi, ma chissà.

Le due “determine” autorizzano il finanziamento della trasferta ma, come del resto è ovvio, non ne spiegano le ragioni. Non c’è, insomma, un documento ufficiale che chiarisca quale relazione esiste tra i compiti di Roberto Pili e il regime degli ayatollah. Né l’ufficio stampa ha diffuso in proposito alcuna nota. Di certo la Provincia di Cagliari si distingue in campo nazionale, e anche internazionale, per l’impegno in politica estera e in particolare nei rapporti col mondo islamico.

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Lo scorso settembre l’ambasciatore iraniano era stato a Cagliari per “esplorare e conoscere le potenzialità della Sardegna”. L’avevano accolto, oltre i vertici della Provincia, l’autorità portuale, la Camera di commercio e un folto numero di imprenditori. L’unico a declinare l’invito era stato il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, subito rimproverato da Raimondo Schiavone, segretario generale della “Federazione Assadakah” e titolare della casa editrice Arkadia.

L’ambasciatore iraniano, d’altra parte, era venuto a Cagliari non solo per incontrare le istituzioni locali ma anche per la presentazione di un libro – “Lebanon-Reportage nel Cuore della Resistenza Libanese” – pubblicato proprio da Arkadia. Per l’occasione si ritrovarono intorno a un tavolo Alessandro Aramu, uno degli autori, Raimondo Schiavone e Graziano Milia, “della Direzione nazionale del Pd”.

Seyed Mohammad Ali Hosseini si scagliò contro i “pregiudizi che corrono sul ruolo e le responsabilità di Hezbollah”,  “una legittima organizzazione di resistenti libanesi” che “nulla ha a che fare col terrorismo”. La presentazione di quel libro, disse, era un’opportunità “chiarire l’equivoco”. Sulla Siria – dove già erano in corso le stragi di civili – fu ancor più lapidario: “E’ evidente a tutti che si tratta di un’aggressione manovrata da potenze straniere che vogliono destituire Assad: sono costoro i nemici dell’Occidente”. “La Repubblica dell’Iran – concluse l’ambasciatore – sta dalla parte del popolo siriano e del suo presidente”. L’ex presidente della Provincia Milia assicurò la propria firma a sostegno del governo siriano.

Il filo rosso che unisce la Provincia di Cagliari al Medio Oriente ha origini lontane. Nel settembre del 2011 il presidente Milia (con gli assessori Piero Comandini e Francesco Siciliano) andò in missione in Libano. A organizzare il viaggio fu Raimondo Schiavone. Il sito Assadakah Sardegna diede notizia degli incontri di Milia con il responsabile esteri di Hezbollah, Ali Darmush, nella sede del partito, col segretario generale della Lega Interparlamentare Palestinese, Abdallah Kassir e col ministro dell’agricoltura libanese.

Nel dicembre del 2011, Milia in seguito a una condanna per abuso d’ufficio passata in giudicato ha dovuto lasciare la carica, che ora è ricoperta da Angela Quaquero. Ma a quanto pare l’attività diplomatica della Provincia non si è interrotta. Al contrario, ha raggiunto una delle principali aree internazionali di crisi affiancandosi all’attività delle principali superpotenze mondiali.

Marcello Mereu

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