Solinas vuole far fuori i giornalisti. Ordine e Assostampa: ‘Addio verità’

Christian Solinas vuole un Ufficio stampa senza giornalisti. Così è previsto in un emendamento inserito nel Dl 107 sui maxi staff e firmato da quasi tutti i capigruppo del centrodestra in accordo col governatore. Ma a stretto giro è arrivato il comunicato congiunto sottoscritto dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna e dall’Associazione della stampa attraverso i due presidenti Francesco Birocchi e Celestino Tabasso.

È spuntato ieri pomeriggio l’emendamento col quale nell’Ufficio stampa della Regione si vogliono prevedere figure professionali “non inquadrabili nell’ambito del contratto di lavoro giornalistico”, è scritto nella modifica inserita nel Dl 107. I nuovi profili citati, e di cui la Giunta avoca su di sé ogni potere decisionale, sono “esperti materia di social media management, digital Pr (attività di promozione digitale), video making and editing (creazione di video e testi scritti), illustrazione, grafica digitale“. In buona sostanza l’informazione pubblica diventerebbe narrazione senza regole. Al pari di una pubblicità.

Per questo l’Ordine dei giornalisti e l’Associazione della stampa sarda hanno preso posizione in un duro comunicato nel quale vengono espressi “stupore e preoccupazione per l’emendamento alla legge regionale 3 del 2009 presentato da quasi tutti i capigruppo di maggioranza in Consiglio. Tale modifica – è scritto – consentirà l’inserimento nell’Ufficio stampa della Giunta di figure non giornalistiche. Si tratta di una novità apparentemente non urgente, giacché l’Ufficio stampa ha già un comparto tecnico cui fare riferimento. La sostanza però è che il resoconto e l’illustrazione dell’attività di governo potrà essere affidata a figure che non hanno – a differenza dei giornalisti attualmente in servizio – alcun obbligo di rispettare la verità sostanziale dei fatti, e tantomeno possono essere chiamate a rispondere del loro operato in termini deontologici davanti a un consiglio di disciplina”.

Sempre dalla notizia congiunta di Ordine e Assostampa. “Stupisce e preoccupa in egual misura la previsione che i contratti di lavoro attualmente in essere siano destinati a decadere all’approvazione dell’emendamento in oggetto. Non è chiaro con quale serenità possa svolgere la propria delicata funzione un addetto stampa che fino a oggi ha lavorato quotidianamente in virtù di un rapporto professionale fiduciario con la Giunta, e che si vede improvvisamente revocare l’incarico in virtù di un provvedimento del Consiglio”.

Ancora: “Ordine e Assostampa sono da sempre – e restano – disposti al confronto con l’Amministrazione regionale sulle esigenze, le prestazioni e l’inquadramento dei giornalisti chiamati a informare la Sardegna sull’attività del governo regionale. Ma devono e vogliono ribadire con forza che l’attività giornalistica dev’essere svolta da chi per legge ha i titoli professionali e deontologici per occuparsene, a garanzia dell’opinione pubblica. È l’obbligo di rispettare la deontologia – prima ancora della perizia tecnica o delle innovative competenze di ciascuno – a segnare il confine fra informazione e propaganda”.

L’emendamento di ieri non è solo una mazzata all’informazione pubblica, ma anche una pesante resa dei conti interna dopo il pranzo di Sardara. Al netto del fatto che i fratelli Corona, Gianni e Tore, avessero qualcosa da festeggiare e per questo hanno organizzato il banchetto alle terme (leggi qui l’approfondimento di Sardinia Post), gli inviti fatti sembravano c’entrare con la mutata geografia nel cerchio magico del governatore. Il quale ha deciso adesso di servire il piattino agli ‘infedeli’ azzerando le nomine fiduciarie degli ultimi due anni. L’emendamento inserito nel Dl 107 ha infatti l’obiettivo di rendere nulli tutti gli incarichi affidati dal 2019 a oggi nei Gabinetti politici della presidenza e degli assessorati, così come nell’Ufficio stampa. (al. car.)

 

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