Segretario generale di Solinas, corsa tra donne. E Moro del Psd’Az ‘ricicla’ la Dg indagata

Alessandra Carta

Nella Regione paralizzata dagli errori di Christian Solinas spunta una sola certezza: è una corsa tra donne, quella che in queste ore sta segnando la scelta del segretario generale, la nuova figura amministrativa di vertice voluta proprio dal governatore con la legge 10/2021 sui maxi staff, ma che sino a oggi gli ha procurato solo grane. Si fanno i nomi di due manager per andare a coprire la casella, senza la quale non si possono risolvere nemmeno i nuovi ingaggi dei Dg scaduti il 30 giugno. Intanto l’assessore ai Trasporti, Antonio Moro, ha deciso di ‘riciclare’ come capo di gabinetto l’ormai ex direttrice generale del Personale, Silvia Cocco, dimissionaria l’altro giorno dopo che la normativa sull’anti-corruzione rendeva difficile il mantenimento dell’incarico, visto l’avviso di garanzia ricevuto nell’ultima inchiesta della Procura di Cagliari sulle presunte nomine pilotate (leggi qui).

Per fare il segretario generale si rincorre su tutti il nome di Marcella Marchioni, una degli otto Dg parcheggiati da Solinas da tredici giorni fa. La manager guidava la Programmazione e il Bilancio, e lo faceva, senza soluzione di continuità, da quindici anni, gradita tanto al centrodestra quanto al centrosinistra. Non a caso lo scorso febbraio è stata una delle papabili quando Solinas, con quattro mesi di ritardo, si è deciso a indicare il nuovo segretario generale, dopo l’addio forzato dell’ex presidente della Seconda sezione del Tar, Francesco Scano, obbligato a lasciare dopo un anno perché pensionato.

Solinas, però, alla Marchioni ha preferito Gabriella Massidda, ex dei Trasporti, anche lei con gradimento bipartisan. Addirittura quando la Massidda ha firmato per diventare segretario generale, aveva garantito la disponibilità a lavorare gratuitamente sino a febbraio 2024, visto che il 1° giugno ha compiuto 65 anni, quindi in teoria si sarebbe potuta godere la pensione. Ma con un parere a sorpresa chiesto all’Ufficio legale della Regione dall’assessora al Personale, Andreina Farris, è venuto fuori che la Massidda deve andare a casa e basta.

Perché mai la Marchioni possa accettare di fare la ‘ripescata’, non è dato saperlo. Ma soprattutto non è noto il motivo per cui si presti eventualmente a mettere pezze a Solinas, in questo finale di legislatura che si sta rivelando una sciagura politica e amministrativa. Ieri, però, non si escludeva la possibilità che pure Maria Assunta Serra, la Dg di Sardegna Ricerche, potesse essere gradita al presidente per sostituire la Massidda.

L’ingaggio del segretario generale lo decide la Giunta che potrebbe riunirsi oggi, ma certezze non ce ne sono: sul sito della Regione, alla voce ‘Prossima riunione’, è scritta la data della seduta precedente. Nulla di più. Ma indiscrezioni di Palazzo danno con insistenza la possibilità di una riunione odierna. Anche perché Solinas deve fare in fretta, non è che si può permettere di perdere altro tempo, visto che da tredici giorni mancano otto Dg. Che fanno nove con la Cocco dimissionaria.

Proprio la direttrice andata via dal Personale, è l’unica che finora ha trovato pista di atterraggio in un altro posto di comando: la Cocco è stata presa dall’assessore Moro per guidare l’Ufficio di gabinetto ai Trasporti, andando a confermare la vicinanza tra i Quattro Mori e la stessa manager pubblica.

Solinas, sempre per sua responsabilità, deve risolvere pure la questione del Crp, il Centro regionale di programmazione che non ha guida da gennaio, quando all’improvviso è andato via Massimo Temussi, partito per la Capitale. Ad aprile l’assessore alla Programmazione, Giuseppe Fasolino aveva trovato la soluzione, indicando Eugenio Annicchiarico, ma il governatore non ha mai trasformato quella delibera in decreto di nomina. Il Crp gestisce, tra le altre cose, il Fesr, il Fondo europeo per lo sviluppo regionale. E siccome tutto si è fermato, da Bruxelles è arrivata una tirata di orecchie alla Regione, perché nella gestione del Fesr non si è provveduto nemmeno a indicare il Comitato di sorveglianza relativo alla programmazione 2021-2027. I mesi di ritardo accumulati sono addirittura cinque. Inaccettabile per la Commissione europea.

Alessandra Carta

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