Regione, una delle due Dg indagate si dimette. Era già in bilico. La mail ai colleghi

Alessandra Carta

Silvia Cocco non è più la Dg del Personale. Si è dimessa oggi, inviando prima una mail a tutti i dipendenti dell’assessorato. Diventa il nono quadro che libera una direzione generale della Regione, dopo che il 30 giugno sono scaduti altri otto Dg nominati nel 2020.

La posizione della Cocco si era fatta scomodissima. A Palazzo raccontano di rapporti difficili con l’assessora Andreina Farris, al netto di un eventuale saluto garbato e di circostanza che ci potrà essere in queste ore. Ma la posizione della Dg si era complicata dopo l’ultima indagine di aprile, nella quale è finita sotto inchiesta insieme ad altri venti, tra manager, dirigenti e politici. Sotto inchiesta anche il presidente Christian Solinas e Massimo Temussi, ex manager di Crp e Ats, con il quale la Cocco condivide anche un’altra inchiesta aperta dalla Procura di Cagliari. Il pm Andrea Vacca li accusa di aver truccato nomine di dirigenti, sia in Regione che all’Aspal, l’Agenzia per le politiche attive del lavoro.

Per disposizioni Anac, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione, ogni quadro della Pubblica amministrazione ha il dovere di comunicare, all’ente per cui lavora, il ricevimento di un avviso di garanzia. Specie quando l’indagine riguarda “condotte di natura corruttiva”. La legge, in questi casi, impone la rotazione. Ma se si tratta di personale esterno, come lo era la Cocco, arrivata in assessorato dall’Aspal, l’Agenzia regionale per il lavoro, il benservito è la strada più scontata.

La Cocco, a ben vedere, potrebbe aver anticipato una scelta che era nell’aria. Infatti: sulla condizione della Dg dimissionaria – ma anche su quella di Francesca Piras, direttrice generale della Sanità e ugualmente indagata nella stessa inchiesta – si attendeva il provvedimento della Giunta. Un pronunciamento che stava tardando ad arrivare, ma era sempre più doveroso e necessario dopo l’epilogo della mancata riconferma degli otto Dg.

La Cocco, al pari della Piras, deve rispondere di induzione indebita a dare o promettere utilità (articolo 319 quater); falsità materiale in atti pubblici (articolo 476); falsità ideologica (articolo 479). Ancora: abuso d’ufficio (articolo 323); rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio (articolo 326). Reati appunto di “natura corruttiva”, ciò che ha complicato la posizione della dirigente.

Nell’altra indagine in cui è sotto accusa insieme a Temussi, la Cocco deve rispondere invece di falso in autocertificazione. L’inchiesta ruota intorno alla nomina come Dg del Personale, incarico ottenuto, stando sempre alla ricostruzione del pm Vacca, grazie a un titolo non valido inserito nel curriculum. In buona sostanza, la Cocco aveva scritto di aver fatto in Aspal il direttore di servizio, ma grazie a regole cassate prima dal Tar e poi dal Consiglio di Stato. La Cocco ottenne la promozione da Temussi, quando lui guidava l’Aspal. E infatti pure lui si ritrova ugualmente indagato, ma per abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio.

“Cari colleghi – ha scritto la Cocco -. La mia esperienza in questa Direzione si conclude oggi. La decisione è stata sofferta, non lo nascondo”. Seguono i “grazie” e le scuse, “se non sono riuscita ad ascoltare tutti”, recitano i passaggi più salienti della mail. Adesso in Regione ci si interroga su una questione: chissà se l’addio della Cocco trascini con sé anche il concorso per dirigenti, altra pietra dello scandalo a Palazzo: 40 posti e molti dubbi da parte dei sindacati che hanno chiesto il rinvio delle prove a settembre. Il bando lo stava seguendo proprio la Dg dimissionaria.

Un fine legislatura così complicato sul fronte dell’organizzazione amministrativa nessuno lo ricorda. Al massimo litigavano i politici e i partiti, ma così tante macerie negli uffici non si erano mai viste. Per l’assessora Farris non sono ore facili. Il primo nodo che deve sciogliere l’esponente della Giunta riguarda la casella della segreteria generale, posto lasciato da Gabriella Massidda dopo un parere dell’Ufficio legale, secondo cui la prima dirigente della Regione non può più svolgere l’incarico, nemmeno gratuitamente, avendo compiuto 65 anni il primo giugno. Eppure il prosieguo delle funzioni, anche da pensionata, faceva parte dell’ingaggio deciso da Solinas a febbraio. Poi il governatore deve aver cambiato idea nei giorni scorsi.

Alessandra Carta

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