Sanità sarda ‘malata’, ecco cosa non funziona. Ma Arru e Ganau sono distanti

Tutti d’accordo: ci sono prestazioni che hanno lievitare la spesa. Ma Ganau, a nome del Consiglio, rivendica il diritto a correggere la riforma.

Tutti d’accordo: la sanità sarda ha anche ‘pezzi’ malati che fanno schizzare a oltre tre miliardi la spesa dell’assistenza ospedaliera con un disavanzo di quasi 400 milioni. Tuttavia, alla Conferenza regionale organizzata dalla giunta di Francesco Pigliaru per spiegare la nuova filosofia della territorialità (ovvero cure affidate alla medicina locale attraverso le case della salute), è emersa anche una differenza di vedute sulla riforma varata a luglio dall’Esecutivo: da una parte l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, che ha difeso ogni punto; dall’altra il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che ha bollato il ddl come “perfettibile” rivendicando per l’Assemblea regionale il diritto a modificare il testo normativo.

Nella lista della sanità ‘malata’ ci sono intanto i 14.624 ricoveri inappropriati (sui 191.056 totali), cioè degenze inutili al costo di mille euro al giorno. Si aggiunga che “per le patologie croniche, cioè il 30 per cento dell’assistenza medica regionale”, viene consumato “il 70 per cento delle risorse disponibili”, dice il direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi. E si tratta sempre di un tassello di quei ricoveri facili a cui l’Esecutivo ha deciso di mettere un argine.

La questione delle degenze è prima di tutto tecnica e ha alla base la differenza tra malattie croniche e quelle acute. Le prime non hanno carattere di urgenza, le seconde sì. “Questo – spiega Arru – imporrebbe che i pazienti cronici siano curati dalla medicina territoriale, per lasciare le acuzie alla sola assistenza ospedaliera. Ma nei nostri ospedali non succede, e non per una manchevolezza dei medici. È piuttosto un problema organizzativo, al quale stiamo ponendo rimedio con la riforma”.

C’è pure un terzo elemento che incide negativamente sui conti della sanità regionale. Lo ha evidenziato Gianfranco Ganau, il presidente del Consiglio medico di professione e a lungo a capo del 118 nel Nord Sardegna prima di dedicarsi alla politica. Ganau ha ricordato che “il 70 per cento delle persone che attualmente si rivolgono a un pronto soccorso, sono codici bianchi o verdi, quindi pazienti senza la caratteristica dell’urgenza”. Il solo e unico effetto è quello di ingolfare le strutture, con interminabili file note ai più.

Insomma, è anche su queste storture del sistema che la riforma targata Arru vuole intervenire “per arrivare a quel cambiamento – ha detto l’esponente della Giunta – necessario per dare a tutti i sardi una migliore assistenza”. L’assessore ha tirato fuori anche un altro dato, sempre in riferimento ai ricoveri facili. “Gli ospedali sardi sono ultimi in Italia per rapporto tra durata delle degenze ospedaliere e complessità del caso. Un costo inutile – ha sottolineato Arru -, di cui dobbiamo prenderci carico invertendo il trend, perché tali prestazioni non sono sinonimo di qualità”.

Il titolare della Sanità regionale ha fatto un passaggio sull’elisoccorso. “Stiamo lavorando al capitolato di spesa: non mezzi specifici va assicurato in tutti i territori un decollo entro 20 minuti dall’allarme”. Questo è il versante della cosiddetta gold hour, ovvero quei preziosi sessanta minuti (letteralmente ora d’oro) entro i quali bisogna intervenire per salvare una vita umana rispetto “alle cinque patologie tempo-dipendenti“. Precisamente in casi di infarto, ictus, politrauma, ostetricia, neonatologia e pediatria.

Sullo sfondo le proteste dei territori che si sentono declassati (oggi l’ennesima protesta a Sorgono, ma sul piede di guerra c’è anche la Barbagia). Arru ha detto: “Quando il presidente Pigliaru mi ha conferito il mandato, sono stato chiamato a fare il garante dei sardi, non il difensore di lobby. Con la riforma non siamo togliendo ospedali, ma riorganizzando la rete dell’assistenza, ripensata non più per compartimenti stagni ma come un unico sistema”.

Il dato politico del convegno è sintetizzabile nella percezione dello stesso ddl, diversa per Giunta e Consiglio. Ed è stato così fin da subito, tanto che in estate alcuni esponenti dell’Assemblea regionale avevano preso parte alle proteste in piazza. Oggi quella distanza è di nuovo venuta a galla. Ganau non l’ha mandata a dire: “La proposta di riordino della rete ospedaliera è un obiettivo strategico di questa legislatura”, ma “è sicuramente perfettibile: l’incarico spetterà al Consiglio e alla competente commissione che avrà il compito di raccogliere tutte le osservazioni e i suggerimenti indicati per migliorare il testo”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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