‘Ricoveri facili’, la malattia della sanità sarda. Arru vuole cambiare il trend

In Sardegna ci sono 14.624 ricoveri inappropriati rispetto ai 191.056 totali. Sforamento anche sul day hospital.

È il ricovero ‘facile’ una delle voci che in Sardegna sbilancia i costi della sanità, ormai sopra la soglia dei 3 miliardi di euro, con uno sforamento di oltre 300 milioni rispetto al cosiddetto fabbisogno regionale calcolato dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica).

Ai troppi ricoveri è dedicata un’intera sezione del ddl col quale l’assessore Luigi Arru ha ridisegnato la rete ospedaliera dell’Isola. Cioè una nuova organizzazione delle strutture sanitarie divise tra due poli di eccellenza a Cagliari e Sassari più, gli ospedali di primo livello, i presidi di base e gli ospedali privati. Obiettivo: risparmiare in tre anni 134 milioni.

Rispetto all’ottimizzazione dell’assistenza medica, in Sardegna si dovrebbero contare 176.432 ricoveri, invece se ne registrano 191.056 (di varia durata). Ovvero 14.624 in più, pari al 7,6 per cento. Ma lo sforamento riguarda pure il day hospital, le degenze di una sola giornata: a fronte di un punto di equilibrio di 55.866 ricoveri diurni, quelli censiti sono 74.884. Significa più 19.018, pari addirittura al 25,39 per cento. La proiezione dell’efficienza è stata calcolata in base alla popolazione del 2014, con 1.663.859 residenti. E va prue registrato che il dato dei ricoveri resta ancora alto malgrado dal 2011 al 2014 si è rilevata “una riduzione dell’ospedalizzazione per acuti, sia nel regime ordinario (-9%) che in quello diurno (-10%)”.

Attraverso la nuova rete ospedaliera, alla quale ha lavorato anche il direttore generale Giuseppe Maria Sechi, l’obiettivo è dunque tagliare le degenze inutili che tecnicamente vengono chiamate inappropriate. Arru spiega: “Per ottimizzare l’uso dell’ospedale bisogna superare due criticità, che sono da una parte l’organizzazione intraospedaliera e dall’altra quella territoriale. In quest’ottica – chiarisce l’assessore – è intanto necessario un Pronto Soccorso efficiente, in modo da poter dimettere il paziente in condizioni di sicurezza dopo averlo assistito. E questo – continua Arru – vale anche per le specialità chirurgiche, puntando sul miglioramento dei sistemi di monitoraggio nella fase post-operatoria. A livello territoriale, invece, l’assistenza deve essere potenziata per evitare l’uso improprio del Pronto soccorso e garantire dimissioni protette che portino alla riduzione delle giornate di degenza ospedaliera”.

Attualmente in Sardegna si contano 181 ricoveri ogni mille abitanti. Per mantenere i conti in ordine bisognerà scendere a quota 165. Da tagliare c’è anche la durata delle degenze. “La media italiana – osserva Arru – è di 6,75 giornate. Noi siamo a 6.93”. Va ricordato che un paziente in ospedale costa in media mille euro al giorno.

Dal Pd arriva il primo commento politico sul ddl. “Le grandi riforme – scrive Giuseppe Frau, responsabile della Sanità regionale – si fanno grazie ad una grande condivisione. Per questo si apre adesso un confronto con associazioni, parti sociali, operatori e cittadini. L’obiettivo è costruire un servizio sanitario che risponda sempre meglio ai crescenti bisogni di salute e benessere di tutti i sardi”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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