Regionali, è il rush finale: entro fine mese la scelta dei candidati presidente

Entro novembre la Sardegna conoscerà i candidati presidente alle Regionali del prossimo anno: le coalizioni sono al rush finale in una corsa che in queste settimane sta conoscendo una prevedibile accelerata. E se non ci saranno ritardi, si prospetta una lunga campagna elettorale che sarà aperta con tre mesi di anticipo rispetto alla data del voto, prevista – quasi con certezza – per l’ultima domenica utile, cioè il 24 febbraio.

Nel centrodestra lo spartiacque della scelta è l’arrivo in Sardegna di Matteo Salvini, annunciato dal commissario regionale Eugenio Zoffili venerdì scorso a Nuoro: il vicepremier sbarcherà nell’Isola il 22 e 23 novembre. La visita di Salvini è prevista proprio per annunciare il nome del candidato governatore che in Sardegna spetterà alla Lega per accordi nazionali di coalizione sulle regioni che tornano alle urne il prossimo anno (nella lista ci sono anche Piemonte, Abruzzo e Basilicata).

In pole resta il senatore e segretario del Psd’Az, Christian Solinas. Dai Fratelli d’Italia, che pure hanno fatto un proprio nome scegliendo il consigliere regionale Paolo Truzzu, parlano di “ampia convergenza” sulla candidatura del sardista. Sino all’ufficializzazione del leader prescelto, restano comunque in campo gli altri competitor interni al centrodestra: oltre a Truzzu ci sono l’azzurro Stefano Tunis e il presidente della Federazione nazionale tennis, Angelo Binaghi, gradito ai Riformatori. I quali, nelle scorse settimane, avevano annunciato, per il tramite del coordinatore regionale Pietrino Fois, di avere un proprio nome. Ma è ancora tenuto riservato. Fois aveva detto che l’avrebbe prima formalizzato “al tavolo degli alleati“. La coalizione, di cui fa parte anche Udc, Uds e Fortza Paris, sarà allargata a Energie per l’Italia e Sardegna Venti20.

Sul fronte dell’ex centrosinistra si attende che Massimo Zedda, sciolga le riserve.  Il sindaco di Cagliari, la cui candidatura è stata chiesta da 130 sindaci, ha messo una serie di paletti. Cominciando proprio dalla definizione di una coalizione che Zedda ipotizza ‘civica’, riprendo lo spirito delle fasce tricolori che sollecitano la sua corsa. Di certo non è più ripetibile che alle urne lo schieramento ritorni nella composizione del 2014, quando c’era anche l’Idv e i RossoMori non avevano rotto con la giunta Pigliaru.

Ancora in discussione pure il ruolo del Pd nell’eventuale candidatura di Zedda: il Partito democratico è chiamato a uno sforzo di rinnovamento sulla scelta delle liste negli otto collegi della Sardegna. E anche questo è uno dei temi su cui il sindaco di Cagliari sta ragionando per capire quali margini di trattativa ci siano. Stesso discorso sul Partito dei Sardi che ha chiesto le primarie, ma i termini di un’eventuale chiamata al voto popolare va definita. Dello schieramento potrebbe fare parte anche il Centro Democratico alleato a sua volta con +Europa di Emma Bonino.

Di oggi la notizia che il Movimento Cinque Stelle potrebbe scegliere il candidato governatore fuori dalle Regionarie. Quindi con una decisione fuori dalla piattaforma Rousseau da parte dei vertici M5s. La probabile rinuncia al voto online l’ha anticipata la deputata Emanuela Corda. Per i Cinque Stelle il problema della leadership si è posto dopo la rinuncia da parte di Mario Puddu, il vincitore delle Regionarie ad agosto, ma condannato il 18 ottobre scorso per abuso d’ufficio. Di qui il passo indietro.

Al momento l’unico candidato certo è Andrea Murgia, l’ex Pd scelto da Autodeterminatzione, il cartello indipendentista che mette insieme RossoMori, Irs, Sardigna Natzione, Liberu, Sardegna Possibile, Gentes e Radicales Sardos.

 

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