Da Pd e Forza Italia verso M5s, Lega e Fdi: i numeri della ‘migrazione’ sarda

Si può ricostruire con buona approssimazione lo spostamento degli elettori sardi dai partiti tradizionali, una ‘migrazione’ che da Pd e Forza Italia ha spinto migliaia di voti verso le forze anti-sistema uscite vittoriose dalle urne del 4 marzo. Perché le Politiche 2018, malgrado l’incertezza sulla formazione del prossimo Governo, un segnale univoco lo hanno dato: questa tornata elettorale è stata vinta da M5s e Lega, a cui va aggiunta la crescita dei Fratelli d’Italia.

Alle Politiche del 2013 nell’Isola avevano votato alla Camera in 950.646 e al Senato in 874.662; domenica scorsa, gli elettori sono stati rispettivamente 869mila e 809.252. Il dato basta da solo per dimostrare che M5s, Lega e Fdi non hanno convinto gli astensionisti, i quali, al contrario, sono ulteriormente cresciuti sia a Montecitorio (+81.646) che a Palazzo Madama (+65.410). Le tre forze anti-sistema non sono andate a bussare alla porta dei non votanti, ma hanno ‘rubato’ preferenze ai partiti tradizionali, tra i delusi: in cinque anni i dem hanno perso 104.459 elettori su Montecitorio e 109.832 sul Palazzo Madama, mentre gli azzurri si sono ritrovati a contare 60.398 voti in meno alla Camera e 73.029 in meno al Senato. La somma del consenso mancato ai due partiti è valsa 164.857 preferenze alla Camera e 182.861 al Senato.

I due macro dati vanno poi collegati all’elettorato guadagnato da M5s, Lega e Fdi, con i seguenti parziali: per i Cinque Stelle 93.955 elettori in più su Montecitorio e 96.724 su Palazzo Madama; per il partito di Salvini 92.441 nuove preferenze alla Camera e 92.491 al Senato; per gli Fdi l’aumento è stato rispettivamente di 18.728 schede sull’indicazione dei deputati e di 20.545 sulla scelta dei senatori. Il consenso totale arrivato ai tre partiti anti-sistema pesa 205.124 voti a Montecitorio e 209.750 a Palazzo Madama.

Continuando a comporre il quadro, va calcolata la differenza tra l’elettorato perso da Pd e Forza Italia e quello conquistato da M5s, Lega e Fdi: si ricava che a favore dei partiti anti-sistema ci sono 40.267 voti in più alla Camera e 26.889 al Senato. Per capire da dove siano arrivate queste preferenze, bisogna guardare i partiti che hanno corso alle Politiche del 2013 e non si sono presentati alle urne del 4 marzo. Tra questi c’è Sinistra ecologia e libertà che cinque anni fa entrò in Parlamento anche grazie ai 34.098 voti arrivati dalla Sardegna sulla Camera e 30.666 preferenze sommate al Senato. Vero che parte degli ex Sel hanno trovato riparo in Liberi e uguali attraverso Sinistra italiana, ma si tratta di una quota minoritaria.

Si può dunque affermare con sufficiente certezza che una fetta degli ex Sel si è spostata verso le forze anti-sistema, in particolare verso M5s “ritenuto una valida alternativa da una parte considerevole dell’elettorato del centrosinistra, come ricostruito nell’editoriale di Sardinia Post a partire dall’analisi i flussi elettorali post voto realizzati dai sondaggisti. “Fino al punto che in diversi collegi uninominali dove la contesa per la vittoria era tra un candidato grillino e uno del centrodestra, una parte degli elettori del centrosinistra ha spostato il voto verso M5s”.

L’ultimo dato da esaminare riguarda – sempre nel bacino del nuovo consenso arrivato a M5s, Lega e Fdi – lo scarto ampio tra le 40.267 preferenze in più su Montecitorio e le 26.889 di Palazzo Madama. La differenza è di 13.378 voti e si spiega anche con le matricolo delle urne, ovvero quell’oltre 30 per cento di diciottenni che, stando alle indagini demoscopiche, ha puntato sul Movimento Cinque Stelle. A loro va aggiunta tutta la fascia di giovani che sino ai venticinque anni può votare solo per la Camera.

Insomma, M5s, Lega e Fdi, nel loro miracolo’ delle urne, non hanno inventato alcuna ricetta magica sulla mobilitazione dei cittadini: semplicemente hanno intercettato gli elettori che alla politica ancora vogliono crederci, magari come ultima spiaggia, ma di rimanere a casa non hanno voluto saperne, nemmeno a questo giro.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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