IL RITRATTO. Paola Massidda, l’avvocatessa M5s conquista Carbonia: ecco la Raggi sarda

Paola Massidda, 50 anni, avvocato, ha più che raddoppiato i voti rispetto al primo turno: a Carbonia gli elettori si sono spostati in blocco sull’M5s.

Paola Massidda, la Raggi sarda, ha cinquant’anni, una laurea in Giurisprudenza, due figli adolescenti e un lavoro da funzionaria alla Asl 7 del Sulcis. Dall’una di questa notte è ufficialmente il nuovo sindaco di Carbonia, terza donna del Movimento Cinque Stelle che ai ballottaggi conquista un Municipio, una fascia tricolore strappata nel suo caso a Giuseppe Casti, primo cittadino dem stimato e considerato un pezzo importante del Pd sardo.

Ieri la Massidda ha più che raddoppiato i consensi: 9.219 preferenze raccolte corrispondenti al 61,60 per cento. Una vittoria netta, la sua, senza appello per Casti che, al contrario, non è riuscito a tenere i voti del primo turno. L’esponente dem ne ha presi 326 in meno rispetto a due settimane fa.

“Sono incredula, non mi aspettavo un risultato così netto a mio favore”.  È il commento del nuovo sindaco che ha staccato nettamente il suo avversario. “Sono sorpresa, pensavo che la vittoria potesse arrivare, ma per una manciata di voti – ha dichiarato – evidentemente dopo settant’anni i cittadini di Carbonia hanno deciso che era arrivato il momento per un cambiamento”.

“Grillo? Non l’ho ancora sentito, ma di certo mi aspetto una sua chiamata”.  Precisa ancora Massidda: “In realtà ho ricevuto una sua telefonata subito dopo il primo turno elettorale, e per la metà del tempo ho pensato che si trattasse di uno scherzo”, ammette. “Ieri sera subito dopo l’ufficialità del risultato qua c’è stata una baraonda, il telefono ha squillato ma non ho sentito nulla”, ha detto il neo-sindaco.

Era partita in svantaggio la Massidda (foto Facebook). Il 5 giugno – con 3.688 voti pari al 21,95 – per un soffio aveva battuto il terzo sfidante di peso, Bruno Ugo Piano, l’ex Pci che si era fermato al 20,96 (3.522 preferenze). Più avanti di tutti era arrivato Casti: 36,15 per cento equivalente a 6.074 voti.

Che la candidata 5 stelle fosse una sfidante temibile, a Carbonia lo dicevano in tanti. Perché quella è la provincia più povera d’Italia e il Piano Sulcis, per il momento, non ha portato i frutti sperati. L’occupazione, specie quella giovanile, continua a impressionare attestandosi sopra il 70 per cento. Di qui il voto all‘M5s come alternativa ai partiti, benzina sul fuoco dell’antipolitica.

A Carbonia il 5 giugno correvano in sei, compresi la civica Daniela Garau (9,91%, 1.666 preferenze), il candidato di Unidos, Andrea Corda (7,83%, 1.317) e l’ex Pd Francesco Cicilloni (3,17%, 533). Questi numeri vanno prima di tutto messi in relazione con l’affluenza: il 5 giugno alle urne erano andati in 17.341 (61,72%), mentre ai ballottaggi gli elettori sono stati 2.174 in meno (15.167, pari al 53,98%). Vuol dire che a Carbonia i votanti si sono spostati in blocco sulla Massidda.

La vittoria dell’avvocatessa sulcitana è già arrivata sulle pagine nazionali, insieme al trionfo di Virginia Raggi a Roma e di Chiara Appendino a Torino. La Raggi ha doppiato Roberto Giachetti, la Appendino ha strappato la città a un dem uscente, il potentissimo Piero Fassino. La Massidda è la terza donna sindaco in Sardegna dopo Mario Puddu, in carica ad Assemini, e Sean Wheeler, eletto l’anno scorso a Porto Torres.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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