Le dimissioni Barracciu e quelle due telefonate per invitarla a lasciare

Il ‘caso Barracciu sulla stampa nazionale”. E spuntano due telefonate fatte alla sottosegretaria perché uscisse di scena.

“Non è vero che Matteo Renzi non ha chiesto le dimissioni di Francesca Barracciu“. Il retroscena sulle mosse del premier, che ieri si è tirato fuori dalla vicenda nel salotto tv di Otto e 1/2, è raccontato da quotidiano La Repubblica oggi in edicola. A pagina 10, ecco ricostruite le ore che hanno preceduto il passo indietro fatto ieri pomeriggio dalla sottosegretaria alla Cultura. Il pezzo è solo uno dei tanti pubblicati sui quotidiani nazionali e quasi tutti con richiami e foto in prima pagina. Repubblica, addirittura, col caso Barracciu apre il giornale.

La sottosegretaria alla Cultura, come noto, si è dimessa appena quattro ore dopo il rinvio a giudizio deciso dal gup Lucia Perra, su richiesta del pm Marco Cocco, titolare della doppia inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale sardo. Un gesto insolito nella politica italiana, tanto che ieri la reazione a caldo dei giornali online è stata quella di dare ampio spazio alla notizia. Ma letta in filigrana, negli approfondimenti di oggi sui quotidiani, quelle dimissioni-lampo hanno una spiegazione univoca, anticipata ieri anche da Sardinia Post nel Pronto intervento: dopo il caso di Ignazio Marino a Roma, costretto alle dimissioni senza aver ricevuto nemmeno un avviso di garanzia per le presunte cene private pagate con soldi pubblici, per la sottosegretaria era una scelta obbligata lasciare l’incarico al ministero dei Beni culturali.

Quanto alla dichiarazione di Renzi che si è detto estraneo alle dimissioni, Repubblica scrive che alla Barracciu, per invitarla a uscire di scena, sono arrivate due telefonate, entrambe ascrivibili al premier. La prima l’ha fatta il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti; la seconda il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini. I due hanno illustrato all’ex consigliera regionale le troppe questioni morali aperte nel partito e culminate proprio col caso Marino. Tanto che la Barracciu, sebbene abbia spiegato le proprie ragioni (“È l’ennesimo sacrificio, io sono innocente”, riporta La Stampa), ha intuito presto di non avere alcuna possibilità di mantenere l’incarico. Lotti e Guerini, sentiti ancora da Repubblica, hanno commentato i rispettivi colloqui telefonici parlando di “presa d’atto” finale da parte della sottosegretaria.

Il Fatto Quotidiano, che come detto riconosce consequenzialità tra il caso Marino e quello Barracciu, aggiunge un tassello: le dimissioni della sottosegretaria liberano una casella nel Governo e potrebbero essere l’occasione per far entrare i verdiani.

Pure L’Avvenire, il giornale della Cei, dedica ampio spaio alla dimissioni della Barracciu, a pagina 8, riferendosi alle “spese pazze” nel Consiglio regionale della Sardegna.

Defilatissimo, invece, il servizio de L’Unità, il quotidiano più vicino a Renzi. Il caso Barracciu è relegato in taglio basso a pagina 6, senza alcun richiamo in prima. Con la nuova grafica, poi, nei pezzi vengono isolate delle frasi in rosso. E quella scelta nel pezzo è l’estraneità di Renzi alla dimissioni, una non ingerenza smentita più morbidamente anche da La Stampa che fa ugualmente riferimento a due telefonate ricevute dalla sottosegretaria: una sempre da parte di Lotti, ma l’altra, scrive il quotidiano di Calabresi, l’avrebbe fatta il ministro Dario Franceschini. (al. car.)

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