Le aree Cabras, Fadda e Soru a Cucca: “Tutti dobbiamo esserci nelle liste Pd”

Hanno votato in 44 (su 70) alla Direzione regionale del Pd, autoconvocata a Oristano da quella che, visti i numeri, è diventata la nuova maggioranza del partito con insieme la componente popolare-riformista di Cabras-Fadda e l’area Soru. La riunione è durata poco meno di tre ore e si conclusa con la firma di un documento che sulle liste delle Politiche ribadisce la distanza col segretario Giuseppe Luigi Cucca. Il quale non ha partecipato alla Direzione odierna e ha scritto da Roma una missiva indirizzata “alle democratiche e ai democratici” per spiegare “cosa sta succedendo nel partito” e invitare la nuova maggioranza “a rivedere le proprie posizioni“.

Ma dal documento di Oristano emerge che i gruppi di Antonello Cabras, Paolo Fadda e Renato Soru non cambiano rotta. “Le elezioni del 4 marzo – si legge – rappresentano uno spartiacque tra la prosecuzione della ripresa economica e la deriva verso il populismo che non dà soluzioni alla crisi dei ceti più deboli. Il Partito Democratico e i suoi alleati hanno un compito difficile che richiede un forte impegno e la massima coesione. In Sardegna lo sforzo che il Pd intendeva promuovere era quello di una alleanza più ampia di quella nazionale, con il coinvolgimento delle forze autonomiste in un progetto di rilancio della specialità nel sistema nazionale. Ma ciò non è avvenuto”, è la premessa.

Poi il merito della rottura interna che ha preso forma nella commissione elettorale votata all’unanimità il 19 gennaio scorso per decidere liste rappresentative di tutte le componenti interne. L’obiettivo, invece, non è stato raggiunto. Di qui, appunto, l’alleanza tra le aree Cabras, Fadda e Soru che a Oristano hanno scritto ancora: “In questo contesto sarebbe naturale che il partito si concentrasse in uno sforzo di rappresentazione di forte unità e coinvolgimento di tutte le sensibilità con il segretario regionale in una funzione di garanzia”. Quindi la sottolineatura contro Cucca: “Dobbiamo prendere atto che sino a questo momento questa garanzia è mancata, a favore della rappresentanza di una sola parte, peraltro minoritaria, del partito in Sardegna. Ciò senza alcuna attenzione e apertura. Un fatto, questo, che ha impedito, per la prima volta nella storia del centrosinistra sardo, di portare una proposta regionale di composizione delle liste per la Camera e il Senato”.

Nel documento non ci sono nomi. Ma con “parte minoritaria”, i popolari-riformisti e il gruppo Soru si riferiscono all’area di Cucca, formata da renziani ed ex Ds, i quali vogliono candidare due loro rappresentanti nei tre seggi in cui il Pd eleggerà un parlamentare, stando ai sondaggi. E oltre allo stesso segretario regionale, è stato proposto il nome del consigliere regionale Gavino Manca. L’uno sarebbe capolista nel collegio uninominale del Senato, l’altro in quello Centro-Nord per la Camera. Ma in questo modo resterebbero fuori dal prossimo Parlamento o l’area Cabras-Fadda o quella Soru.

Nel documento di Oristano si legge ancora: “La Direzione regionale aveva dato alla commissione elettorale non il compito di fare rose di nomi, ma una proposta complessiva, stabilendo criteri che garantissero il pluralismo nel proporzionale e di dare indicazioni per le proposte nei collegi uninominali. Un terzo della commissione si è ostinatamente rifiutata di riconoscere a ogni sensibilità la possibilità di essere rappresentata tra i tre capilista, rispettosa del pluralismo interno, e il segretario non ha ritenuto di doverne riferire gli esiti al massimo organo di indirizzo politico del Pd”. Per l’area Cucca i commissari erano Siro Marrocu e Antonio Biancu, per il gruppo Cabras-Fadda Cesare Moriconi e Pietro Morittu, per i soriani Eliseo Secci e Tore Sanna.

“Per la prima volta – è scritto ancora nel documento – una Direzione regionale non è stata posta nelle condizioni di conoscere e valutare una proposta di candidatura che era nei compiti del segretario e nei doveri dell’organismo. E questo è sempre successo, anche quando come nel 2013 sono state fatte le primarie ed è stata poi la Direzione nazionale a ratificare e integrare la proposta regionale”. Ancora: “Rinunciare in partenza alla possibilità di fare una proposta in Sardegna non è la prassi, ma una precisa scelta politica. Il rischio che corriamo è quello di un forte frattura da parte di dirigenti e militanti in una elezione delicata per la storia del Pd”.

Il documento di Oristano si conclude con un messaggio diretto a Matteo Renzi: “Il nostro appello è al segretario nazionale perché la proposta di liste per il Pd in Sardegna, così come da lui stesso auspicato nella Direzione nazionale, sia fatta all’insegna dell’equilibrio, della più estesa rappresentanza e del pluralismo”. (al. car.)

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