Liste Pd ferme, Cucca: “Restiamo uniti, evitiamo di far vincere le destre e M5s”

Una lettera “alle democratiche” e “ai democratici”. L’ha scritta il segretario del Pd sardo, Giuseppe Luigi Cucca, adesso che nel partito si è aperta una frattura sulle candidature con i lavori della commissione elettorale interrotti e una nuova maggioranza interna formata dall’area Cabras-Fadda e dalla componente Soru, mentre il gruppo di renziani ed ex Ds guidato dallo stesso Cucca è rimasto isolato.

Dal casus belli aperto nel Pd sono nate due lettere, spedite dalle altrettante nuove anime del partito ai vertici nazionali, con in testa il segretario Matteo Renzi. Il problema sardo è legato al fatto che per i tre collegi sicuri della Sardegna, dove i sondaggi danno eletti altrettanti futuri parlamentari dem, stanno correndo in quattro. Ma due – Cucca più il consigliere regionale Gavino Manca – sono della stessa componente interna: da qui la richiesta dell’area Cabras-Fadda e di quella soriana di equilibrare le candidature, permettendo a ciascuna delle tre anime di essere rappresentata nel prossimo Parlamento.

Cucca ha diffuso la lettera in coincidenza con la Direzione regionale che le componenti Cabras, Fadda e Soru hanno autoconvocato per oggi a Oristano, nella sede Pd di via Canepa a partire dalle 18. “Come saprete – si legge nell’incipit – il Pd sardo è impegnato in questi giorni a sciogliere il nodo delle candidature alle politiche. A tal scopo, nell’ultima riunione della Direzione, tenutasi giovedì scorso, era stata designata un’apposita commissione elettorale, con il compito di esprimere una rosa di candidati, da sottoporre al segretario nazionale. Dopo tre incontri, la Commissione non ha elaborato nessuna proposta, perché alcune componenti hanno chiesto di definire prioritariamente i capilista, subordinando a questa scelta l’indicazione dei nomi dei possibili candidati nei collegi uninominali, come richiesto dal nazionale. Da parte mia avevo chiesto alla commissione di proporre anche una rosa di nomi per le candidature nei listini, ottenendo anche su questo un rifiuto”.

Cucca scrive ancora: “Mi sono dunque recato a Roma senza avere in mano alcuna ipotesi sulla composizione delle candidature in Sardegna. E ciononostante, in queste ore sto portando avanti il confronto con la segreteria nazionale per trovare una soluzione che tenga conto delle legittime aspettative di rappresentanza delle varie correnti. È inutile negare che il corto circuito in seno alla Commissione elettorale abbia prodotto un’impasse nella trattativa e nel dialogo tra le anime del partito, generando sconforto e smarrimento nell’elettorato. Per questa ragione, ho sentito il dovere di rivolgermi a voi, affinché siate correttamente informati su ciò che sta accadendo, e non relegati a semplici spettatori”.

La lettera del leader sardo continua così: “Come segretario, ho agito nel rispetto delle norme e delle disposizioni regolamentari, oltre che della prassi consolidata, che attribuisce il sigillo sulle candidature al partito nazionale, anche per assicurare l’omogeneità nei criteri e il rispetto degli equilibri generali. È sempre stato così. Ricordo, infatti, che anche alle elezioni politiche del 2013 la scelta dei capilista è stata una prerogativa del Pd nazionale. In  quell’occasione nessuno ha avuto nulla da obiettare, probabilmente perché lo scenario era nettamente differente. Oggi ci troviamo davanti a una prospettiva decisamente diversa, che non dà le stesse garanzie in termini di risultato, col rischio di scontentare qualcuno. È in ragione di questo, infatti, che si vogliono cambiare le regole, con il tentativo di imporre a Roma le candidature al proporzionale, avanzando una pretesa di autonomia che sulla carta non esiste, nonostante qualcuno la predichi da tempo”.

Come già successo ieri, quando a Sardinia Post il segretario ha commentato la decisione delle aree Cabras, Fadda e Soru di informare Renzi su quanto stesse accadendo nell’Isola, Cucca esprime la propria contrarietà: “Non si può pretendere di blindare i nomi, senza che questi passino al vaglio della Direzione nazionale, non è mai accaduto e non accadrà neanche stavolta, perché non siamo ancora un partito federato, e dobbiamo rispondere alle regole e alle dinamiche nazionali. Mi rivolgo, pertanto, alle altre componenti perché rivedano la loro posizione, alla luce del contesto che stiamo vivendo e dei rapporti che intercorrono tra il Pd regionale e quello nazionale. Da parte mia – è scritto ancora – mi impegno a proseguire nelle interlocuzioni e a mediare con Roma per risolvere prima possibile la trattativa e dare inizio alla campagna elettorale”.

La lettera di Cucca si conclude con uno sguardo rivolto verso il complessivo assetto elettorale: “Non possiamo permettere che le questioni interne e le posizioni personali compromettano l’immagine del partito e, conseguentemente, il risultato delle elezioni, consegnando la vittoria alle destre e ai Cinquestelle. In questo momento è indispensabile, perciò, riprendere il dialogo per ritrovare l’armonia e presentarci compatti alla dura sfida elettorale che ci attende”. In calce si legge: “Vi saluto caramente. Roma, 25 gennaio 2018”. E non si tratta di un dettaglio. Cucca non sta partecipando alla Direzione regionale convocata a Oristano perché, come sostenuto già da ieri dal suo entourage, è stato “precettato” nella Capitale in vista del vertice al Nazareno per chiudere le liste. (al. car.)

LEGGI ANCHE: Le aree Cabras, Fadda e Soru a Cucca: “Tutti devono avere spazio nelle liste”