Pd, nessun accordo sulle candidature e le lettere a Renzi diventano due

Sono diventate due le lettere spedite dal Pd sardo al segretario Matteo Renzi e ai vertici nazionale in relazione al mancato accordo tra le componenti del partito isolano sulle candidature per le Politiche del 4 marzo. Alla prima missiva, inviata dal nuovo asse interno formato dalla componente Cabras-Fadda e dall’area Soru, se n’è aggiunta una seconda firmata dal gruppo di renziani ed ex Ds che fa capo al segretario Giuseppe Luigi Cucca.

Tutto ruota intorno alla commissione elettorale che il 19 gennaio scorso è stata votata all’unanimità dalla Direzione regionale per trovare la quadratura del cerchio sui nomi da mettere in lista. L’obiettivo era quello di arrivare a candidature che rappresentassero tutte e le tre anime del partito. Ma al momento il traguardo appare lontano. Il problema è che due dei tre nomi da inserire negli altrettanti seggi sicuri, cioè dove l’elezione è garantita stando i sondaggi, sono quelli dello stesso Cucca (nel collegio unico plurinominale del Senato) e del renziano Gavino Manca per la circoscrizione Centro-Nord di Montecitorio.

Questo schema è considerato sbilanciato dall’area Fadda-Cabras e da quella Soru che hanno deciso di far partire la prima lettera a Renzi firmata dai quattro commissari delle rispettive componenti interne: Cesare Moriconi, Pietro Morittu, Eliseo Secci e Torre Sanna. I quali, alla segreteria nazionale, hanno chiesto che sia il Pd sardo a decidere sulle liste e non Roma. Di parere opposto, Siro Marrocu e Antonio Biancu che nell’organismo elettorale votato il 19 gennaio rappresentano il gruppo di Cucca e hanno firmato la seconda missiva spedita a Renzi.

Marrocu e Biancu, a differenza degli altri commissari del Pd isolano, ritengono che il compito dell’organismo interno fosse quello “di definire proposte di candidature da mettere a disposizione del segretario regionale” perché vengano “portate al confronto con il leader nazionale”. Ancora: “Tra i compiti della commissione – scrivono nella lettera – non rientrava definire una lista chiusa”. Insomma, decide Roma. Dove si trova il segretario Cucca, “precettato”, dicono dal suo entourage, in vista di venerdì quando al Nazareno è convocato l’ultimo vertice per chiudere le liste in tutte le regioni.

Raggiunto da Sardinia Post Cucca ha dichiarato: “Al Pd regionale è stato chiesto di indicare una rosa di nomi per il proporzionale e per i collegi uninominali. Tale proposta doveva poi essere sottoposta al Nazionale, per verificarne la compatibilità con il dettato normativo e regolamentare e il necessario rispetto degli equilibri generali”. Poi l’affondo contro la nuova maggioranza interna: “Per ragioni del tutto incomprensibili, la trattativa locale non ha prodotto alcun risultato. L’impasse che si è creata è dovuta alla rigidità di alcune componenti che hanno voluto subordinare l’indicazione della rosa dei nomi alla scelta dei capilista. Ritengo – è la conclusione – che sia stato un errore di metodo e un’occasione mancata anche per dare un segnale di unità. Da segretario ho cercato in tutti i modi di giungere ad una soluzione nel rispetto delle regole e degli equilibri”.

I toni usati da Cucca, di solito molto conciliante – ma non questa volta – sono una cartina di tornasole sulla tensione nel Pd sardo. Anche perché i popolari-riformisti di area Cabras-Fadda e la componente Soru non stanno aspettando a mani conserte eventuali segnali dalla Capitale. Anzi: per domani (25 gennaio) hanno autoconvocato la Direzione regionale, alle 18 nella sede di via Canepa a Oristano. Le due correnti lo hanno potuto fare per due ragioni: hanno la maggioranza interna (circa 55 componenti su 80) e non avevano l’obbligo di alcuna richiesta anticipata visto che la stessa Direzione, per la coincidenza con la presentazione delle liste, è convocata in maniera permanente da due settimane.

Si capisce da qui perché l’entourage di Cucca dica che il segretario sardo è “precettato”: il leader dei dem sardi sa bene che se si presentasse all’appuntamento di Oristano, rischierebbe una sfiducia quantomeno sostanziale, dal momento che quella formale spetterebbe all’Assemblea. E Cucca non sembra intenzionato a esporsi a un confronto così rischioso alla vigilia della Direzione nazionale. Anche perché, rispetto all’asse Cabras-Fadda-Soru, Cucca sa di poter contare maggiormente sull’appoggio di Renzi. Di certo a Oristano popolari-riformisti e soriani ci saranno. Ed essendo loro, al momento, la maggioranza del partito, lo stesso Renzi non potrà non tenerne conto.

Al. Car.
(alessacart on Twitter)

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