L’aumento dell’Irpef è legge

Accelerata del Consiglio: le nuove aliquote porteranno nelle casse della Regione 300 milioni in tre anni. Copriranno parte del deficit della sanità.

L’aumento dell’Irpef, per i redditi sopra i 28mila euro, è legge. Con un’accelerata arrivata a tardissima sera, i consiglieri regionali hanno deciso di proseguire la seduta a oltranza sino all’approvazione della norma. Il voto è arrivato il voto: le nuove aliquote sono passate con 32 “sì” e 19 “no”.

L’imposta cambia dal 1° gennaio 2016 e per tre anni. Questo ilo schema tributario che modifica l’attuale aliquota all’1,23 per cento: per i redditi dai 28mila ai 55mila euro la tassazione salirà al 2,70; per chi guadagna sino a 75mila euro si applicherà il 3,20; sopra i 75mila euro si dovrà versare il 3,33 per cento. Trend inverso per le buste paga più basse: l’aliquota scende allo 0,95 per i redditi sino a 15mila euro, mentre dai 15mila ai 28mila euro l’Irpef da corrispondere sarà pari all’1,20.

L’imposta sul reddito aumenta per recuperare parte di quei 750 milioni che servono per azzerare il disavanzo della sanità. Con l’Irpef, in particolare, saranno recuperati 100 milioni annui sino al 2018. Altri 43 milioni, sempre ogni dodici mesi, verranno incassati attraverso il ritocco dell’Irap, la cui delibera è attesa dopo la pausa natalizia. Ma l’accordo in maggioranza è già stato trovato: l’imposta sulla produzione passerà dall’attuale 2,93 al 3,9, pari a un aumento si 0,97 punti base.

Il resto della copertura del disavanzo sarà garantito con i tagli agli sprechi, secondo un piano di rientro da 100 milioni annui, sempre sino al 2018. Gli ultimi 225 milioni saranno recuperati infine dal bilancio alleggerendo capitoli  di spesa.

In Consiglio regionale era cominciata alle 10,30 di martedì la seduta dedicata al’Irpef. Mezz’ora prima c’era stata la conferenza stampa del centrodestra che da subito si era detta contraria alla manovrina della maggioranza. Ma Forza Italia e alleati hanno soprattutto rispedito al mittente le accuse circa la responsabilità di aver accumulato il deficit. “Come si evince dai dati della Ragioneria dello Stato – ha spiegato per tutti l’ex governatore Ugo Cappellacci – i costi della sanità sono cresciuti di 610 milioni con la gestione Dirindin, mentre i manager da noi nominati hanno aumentato la spesa di 185 milioni, cioè meno di un terzo”. Fatto sta che in dieci anni la spesa della sanità è aumentata in Sardegna di 805 milioni, passando da 2,428 miliardi del 2013 ai 3,233 del 2014.

Oggi nell’aula di via Roma si continua con la proroga dei commissari Asl sino a marzo 2016 (sono stati nominati dalla Giunta a dicembre 2014). All’interno del provvedimento l’Esecutivo pensava anche di inserire anche l’istituzione della Asl unica (Asur), ma le resistenze in maggioranza si sono fatte sentire già nel vertice convocato alle 14,30 di ieri pomeriggio. È quindi prevedibile che il confronto interno riprenda dopo le vacanze di Natale. All’ordine del giorno c’è anche un provvedimento omnibus, da 4,2 milioni, per investimenti su “patrimonio culturale, valorizzazione dei territori, occupazione, opere pubbliche e rischio idrogeologico”. I finanziamenti sono divisi in 15 articoli che vanno a comporre il ddl 292.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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