Aumento di Irpef e Irap, oggi il voto. Centrodestra attacca: “Ci opponiamo”

Le due imposte vengono aumentate per coprire il buco della sanità, stimato in 750 milioni: al voto il piano di rientro triennale.

In Consiglio regionale, è il primo punto all’ordine del giorno la legge che deve aumentare l’Irpef e l’Irap per coprire la voragine da 750 milioni nei conti della sanità: gli aggiustamenti alle aliquote dell’imposta sul reddito e sulla produzione rispettivamente, sono state decise dalla giunta di Francesco Pigliaru secondo “un modello alla Robin Hood“, dicono dal centrosinistra. Oggi è atteso il voto. Ma dall’opposizione, in una conferenza stampa convocata alle 10, hanno già annunciato una valanga di emendamenti “per fermare una norma ingiusta e anche giuridicamente illegittima”. E spunta pure una crepa interna alla coalizione di governo: il Centro Democratico, con Roberto Desini e Anna Maria Busia, considera ugualmente inapplicabile il ritocco delle aliquote.

Per azzerare il disavanzo in sanità, l’Esecutivo ha predisposto un piano di rientro triennale, diviso in tre voci: aumento delle tasse, tagli degli sprechi nelle Asl e iniezione di liquidità da parte della Regione. Nel dettaglio, stando ai numeri che sinora si conoscono, l’aumento dell’Irpef porterà in cassa 100 milioni annui, quello dell’Irap altri 43 milioni per un totale di 429 dal 2016 al 2018. Le Asl, invece, nello stesso periodo di tempo sono chiamati a minori spese per 100 milioni ogni dodici mesi (300 nel triennio in questione). La quota finanziaria messa dalla Regione sarà di 75 milioni annui per arrivare a 225 sino al 2018. Ciò vuol dire, sommando tutte le voci, un recupero di 954 milioni dal 2016 al 2018.

La cifra, a ben vedere, è di gran lunga superiore rispetto al deficit stimato in 750 milioni, ma come spiegato da Pigliaru nell’incontro con la stampa dei giorni scorsi insieme agli assessori Raffaele Paci (Programmazione) e Luigi Arru (Sanità), il margine tiene conto dei rincari dei servizi ospedalieri. Ovvero, del fatto che essendo prestazioni altamente specialistiche, il loro costo cresce ogni anno. La Giunta ha infatti previsto una maggiore spesa di 45 milioni per il 2016, di 65 per il 2017 e di 99 per il 2018.

Nell’aula di via Roma la seduta è cominciata alle 10,30 con mezz’ora di ritardo. Ma alle 11 è stata di nuovo interrotta su richiesta del Centro Democratico che in Aula ha ufficialmente sollevato un problema già emerso nei vertici di coalizione delle scorse settimane. In commissione Bilancio la Busia si era astenuta.

Il centrodestra, invece, alle 10 ha dato appuntamento ai giornalisti per spiegare “i reali conti della sanità“. Il quadro completo lo ha dato l’ex governatore Ugo Cappellacci, recuperando i numeri della Ragioneria dello Stato già anticipati nei giorni scorsi da Franco Meloni, presidente della commissione Sanità nella precedente legislatura. Cappellacci ha detto: “Il vero deficit lo ha accumulato il centrosinistra con la gestione Diridin, quando i costi delle Asl salirono da 2,428 miliardi a 3,048, pari a un aumento di 610 milioni. Con i manager nominati dal centrodestra, la spesa è passata da 3,048 miliardi a 3,233, che equivale a un più 185 milioni. Significa meno di un terzo rispetto all’eredità Dirind”.

Fatta questa premessa, dall’opposizione arriva la bocciatura all’aumento di Irpef e Irap. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, parla di “provvedimento ingiusto e non necessario”. Attilio Dedoni (Riformatori) bolla Pigliaru come “il tassator cortese”. Gianluigi Rubiu (Udc) dice che “neppure in Piemonte e in Lombardia ci sono aliquote così altre per la fascia di reddito sino a 75mila euro (3,33 per cento prevede la Giunta)”. Per Angelo Carta (Psd’Az) “questa maggioranza si sta caratterizzando solo “per il mututo da 700 milioni, l’aumento delle tasse e il ritiro delle cause contro lo Stato”. Di “legge punitiva” parla anche Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia).

L’aspetto tecnico, “sull’impossibilità di ritoccare le aliquote per impedimenti normativi”, lo sollevano gli azzurri Alessandra Zedda, Stefano Tunis e Ignazio Locci, secondo i quali “la Legge di stabilità prevede che ciò avvenga solo per incentivare lo sviluppo. Gli aumenti decisi dalla Giunta Pigliaru, invece, devono coprire un disavanzo, per ammissione dello stesso assessore Paci”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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