L’assessorato all’Industria si fa in cinque. E spunta un conflitto di interessi

Alessandra Carta

Gli uffici regionali dell’Industria si faranno in cinque. Così ha deciso l’assessora Anita Pili, quota Sardegna 20venti della Giunta, che nelle scorse settimane ha autorizzato l’allora Dg Antonello Pellegrino a inviare una lettera-avviso ai sindacati. Il direttore generale ha annunciato l’apertura di nuove sedi a Oristano, Nuoro e Sassari che andranno ad aggiungersi alla centrale di Cagliari e al primo ufficio periferico di Iglesias. Intanto spunta un conflitto di interessi: Alessandro Naitana, l’attuale Dg tornato all’Industria per ordine del Tribunale di Cagliari, è imputato per una presunta turbativa di gara. Il processo riguarda il nuovo termovalorizzatore di Macomer, affidato alla Tossilo spa, la società pubblica controllata al 98 per cento dal Consorzio industriale territoriale, la cui super visione spetta proprio all’assessorato all’Industria.

Ma andiamo con ordine. Nella missiva di qualche settimana fa, Pellegrino ha scritto che le tre nuove sedi di Oristano, Nuoro e Sassari verranno aperte perché è stata “riscontrata l’utilità dell’ufficio attualmente operativo a Iglesias”. Ma siccome sorge spontanea la riflessione sul senso di una decisione simile in tempo in cui tutto viaggia online, Pellegrino scrive che “gli interventi di assistenza telefonica e telematica, pur importanti, non sempre risolvono le situazioni in cui risulta necessario effettuare sopralluoghi”.

Da qui la decisione: anziché mandare i singoli tecnici sul posto di volta in volta, ecco che l’assessora all’Industria preferisce aprire direttamente gli uffici territoriali, dove andrà a lavorare, “a domanda”, il personale che ne farà richiesta. Ogni sede avrà “un numero minimo di due funzionari” che verranno reclutati attraverso “le vigenti graduatorie del Sistema Regione”. L’obiettivo – è scritto in burocratese – “è garantire parità di professionalizzazione ai dipendenti prescindendo dal luogo di espletamento dell’attività lavorativa”.

L’assessorato all’Industria si distingue, ancora una volta, per le sue complesse dinamiche. Tanto che a inizio legislatura c’era stato un fuggi fuggi generale dei direttori di servizio, andati via uno dopo l’altro vista l’aria che tirava. Non è andata meglio coi Dg, dal momento che il primo manager scelto da Sardegna 20Venti, Giuliano Patteri, venne cacciato nel giro di un anno. Al suo posto arrivò Gianluca Calabrò, che non tardò a dileguarsi preferendo il ritorno all’Aspal, l’Agenzia per le politiche attive del lavoro.

Naitana è stato il sostituito di Calabrò. Nell’assessorato di via XXIX Novembre, il Dg è arrivato a gennaio 2021 dopo aver fatto parte della commissione regionale che ha individuato il responsabile in Sardegna per la metanizzazione, una scelta ricaduta su un ex manager di Saras, Antioco Mario Gregu, molto gradito a Stefano Tunis, il consigliere regionale fondatore di Sardegna 20venti. Naitana, a fine luglio, è stato silurato per aver preso parte al pranzo di Sardara, e questo a differenza del capo di gabinetto, Alberto Urpi, presente ugualmente al banchetto alle terme, lo scorso aprile, ma ‘graziato’ per motivi mai raccontati dalla maggioranza di Christian Solinas.

Naitana è tornato da pochissimo al suo posto, avendo vinto il ricorso presentato al Tribunale del lavoro: la giudice Daniela Coinu ha stabilito che l’assessora al Personale, la leghista Valeria Satta, gli ha spedito la lettera di benservito fuori tempo massimo. Ma siccome la Regione non è una casa delle libertà di guzzantiana memoria, l’atto è da considerarsi nullo, ciò che ha fatto scattare l’immediato reintegro.

Sembrava il lieto fine di una tumultuosa vicenda. Ma Naitana qualche grana ce l’ha. Come risulta dagli atti del Tribunale di Oristano, il Dg dell’Industria, difeso dall’avvocato Gianfranco Siuni, è a processo con l’accusa di “aver turbato la gara per l’affidamento della direzione dei lavori nella realizzazione del nuovo termovalorizzatore a Macomer”. Con lui sul banco degli imputati, l’imprenditore Filippo Dell’Acqua Bellavitis e l’ingegnere Giovanni Antonio Mura, patron della Metassociati.

Naitana, che allora lavorava al Comune di Macomer (l’inchiesta della Procura di Oristano è partita nel 2016, mentre il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup nell’autunno del 2019), “attribuiva all’offerta di Dell’Acqua Bellavitis-Metassociati”, riunite in un raggruppamento temporaneo d’impresa, “punteggi elevati non giustificati sotto il profilo della discrezionalità tecnica”, ma “determinati ai fini dell’aggiudicazione della gara”, si legge nel capo di imputazione.

Ovvio che si tratta solo di un’accusa da cui Naitana ha tutto il diritto di difendersi. Ma da Dg dell’Industria si trova nella scomoda posizione di essere imputato in cui questione del Consorzio (in liquidazione) di cui deve essere controllore. Va detto che a gennaio 2021, quando la Pili e Tunis scelsero Naitana, non potevano non sapere della sua situazione giudiziaria. Una situazione che agli occhi della politica, a ben vedere, non è risultata un impedimento. Lo stesso Solinas ha valutato più grave il fatto che Naitana abbia preso parte al pranzo di Sardara. Ma adesso né Sardegna 20venti né il governatore possono fare finta di nulla: negli uffici dell’Industria c’è un conflitto di interessi che non può essere sottovalutato.

Alessandra Carta

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