Assessorato all’Industria, è pieno caos. L’addio del Dg e quel pezzetto di Saras

Cagliari, via XIX Novembre civico 23. Sta lì, nel palazzo con le mattonelle verdi, l’assessorato all’Industria, gli uffici del caos che in Regione si sono convertiti nel teatro del ‘fuggi fuggi’ generale. L’ultimo addio porta la firma del Dg Gianluca Calabrò, che non ha resistito nemmeno sei mesi. Nominato il primo luglio del 2020, il direttore se n’è andato agli inizi di dicembre ed è tornato all’Aspal, l’agenzia per le politiche attive del lavoro. Nell’assessorato – che è in quota Sardegna 20/venti, il partito fondato dal consigliere regionale Stefano Tunis – hanno fatto ciao ciao con la manina pure quattro dirigenti su quattro. La titolare della delega, Anita Pili, che da sinistra è passata a destra con le Regionali di febbraio 2019, ha fatto in tempo a rimediare un solo manager che sta sostituendo tutti i fuggitivi.

Nell’assessorato di via XIX Novembre c’è una figura che, per radio Gossip del palazzo, viene considerata scomoda. O ingombrante, che dir si voglia. Si tratta di Antioco Mario Gregu, ex manager di Saras, il colosso italiano del petrolchimico dove operano una serie di società, tra cui quella in cui ha lavorato Tunis. Tant’è: ogni esperto che Tunis porta in Regione, ha nel curriculum un’esperienza professionale nell’azienda dei Moratti (vedi Fernando Ferri, l’amministratore delegato di Abbanoa che, sempre in quota Sardegna 20/venti, si è anche autopromosso Dg).

Fatto che sta Gregu continua ad affiancare l’assessora Pili nelle riunioni che contano, pur non avendo più un incarico formale. La Pili lo presenta come suo consulente, ma al momento l’ex manager di Saras è senza contratto. L’ufficio di gabinetto della Pili – benché l’assessora sia l’unica della Giunta a non rendere pubblici i nomi della sua squadra, seppure tutti siano pagati con fondi pubblici – è formato da altre tre persone. Nell’ordine: Alberto Urpi, che è il capo; Patrizia Floris, la segretaria particolare; Solange Pes, la consulente, quella ufficiale. Il contratto di Gregu, che in Saras è stato direttore della raffineria, era una forma di collaborazione. Ma è scaduta.

Gregu non è un nome nuovo in Regione. Il manager ha lavorato per il Palazzo anche ai tempi della Giunta di Francesco Pigliaru. Fu un incarico breve, il suo, concluso con le dimissioni per divergenze sulla gestione di Igea, la società pubblica delle bonifiche minerarie di cui fu commissario liquidatore da maggio 2014 a novembre dello stesso anno. Adesso per Gregu si profila un nuovo contratto, ma è evidente che ci sono problemi.

Una prima manifestazione di interesse, a firma dello stesso Calabrò, era stata indetta in estate per cercare un “Responsabile per la metanizzazione della Sardegna” (ecco il documento). Parteciparono in tre, tra cui Gregu. Con un vincolo: dichiarare che, per i tre anni successivi all’incarico, non si sarebbe prestato servizio per nessuna delle società con cui la Regione deve trattare la gassificazione dell’Isola. Ma all’improvviso Calabrò sospende  la selezione (ecco l’altra deliberazione del Dg).

Sembra una telenovela. E tutto succede in quei cinque mesi e spiccioli in cui Calabrò è rimasto in sella, dopo aver preso il posto di Giuliano Patteri, l’unico Dg che lo scorso giugno, dopo un anno di mandato, non è stato riconfermato. Sempre per decisione di Sardegna 20/venti che nella spartizione degli assessori ha in mano l’Industria.  Comunque: a un certo punto il Dg Calabrò decide di far ripartire “il procedimento (qui l’atto pubblico)”. Addirittura si insedia la commissione di valutazione. Formata da: Eugenio Annicchiarico (presidente) più Alessandro Naitana e Maria Francesca Muru, con Marta Putzu scelta come segretario verbalizzante (leggi qui). Anche questo ennesimo documento lo firma Calabrò, prima di andare via.

I quattro dirigenti dell’Industria che hanno detto addio da quanto è arrivato Patteri e in avanti, sono stati: Delfina Spiga, Francesca Murru, Stefano Piras e Gabriella Mariani. La prima è andata ai Trasporti, la seconda agli Affari generali, il terzo alla Sanità e la quarta alla Centrale di committenza. Questi quattro servizi li sta gestendo tutti insieme Antonello Pellegrino, ex Dg degli Affari generali.

Intanto da via XXIX Novembre viene fuori che Tunis, se mai ci fosse bisogno di testimoni, considerava quell’assessorato la casa di Sardegna 20/venti. Tanto che l’onorevole aveva pure un ufficetto in cui riceveva la persone. Per la cronaca: lo ha saputo il presidente Christian Solinas e adesso Tunis la stanza personale non ce l’ha più. Diciamo così, mettendo tutto insieme: la sede dell’Industria non fa venire voglia di strapparsi i capelli per andarci a lavorare.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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