La Finanziaria 2016 in numeri tra spese fisse e quota per la crescita

La Manovra in sintesi: dai 3,378 miliardi di spesa per la sanità ai 23 milioni che la Giunta pensa di incassare con la vendita dei beni regionali.

All’Istruzione vanno 252 milioni, al Lavoro 212, mentre la Competitività del sistema produttivo può contare su 512 milioni. Ancora: 3,687 miliardi per la Sanità e l’inclusione sociale, 454 milioni all’Ambiente, 512 per Infrastrutture e agenda digitale, 538 alla Mobilità, 629,8 alle Autonomie locali e 1,599 miliardi per gli Affari generali. Sono queste le macro voci della Finanziaria 2016 presentata questa mattina dal presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e dal vice Raffaele Paci.

Gli stanziamenti – pari a un totale di 7 miliardi e 404 milioni – sommano risorse regionali, statali ed europee, andando a caratterizzare la cosiddetta “programmazione unitaria“. Che è un metodo di gestione introdotto lo scorso anno dall’Esecutivo e di nuovo applicato in questo 2016. “Perché solo così – hanno spiegato presidente e assessore – si può dare un forte impulso alla spesa dei fondi comunitari, il cui nuovo ciclo comprende il settennio 2014-2020”.

Rispetto ai 7,404 miliardi, per la gran parte di tratta di “spese obbligatorie“, come per esempio i 3,378 miliardi destinati alle Asl, a cui si aggiungono i 263,5 milioni dell’inclusione sociale. Per gli stipendi del personale che lavora negli assessorati ecco 258 milioni, mentre i lavoratori di Agenzie, Enti e società partecipate costano quest’anno 330 milioni. Paci ha precisato che “il costo di funzionamento in sé della macchina amministrativa è diminuito di 10 milioni, passando da 61 a 51, ma sul totale non ci sono variazioni rispetto al 2015, visto che abbiamo dovuto prevedere i 3,3 milioni per l’adeguamento degli stipendi come imposto da una sentenza della Corte costituzionale”.

Sempre tra le uscite fisse, ci pure i 65 milioni di dotazione finanziaria per il Consiglio regionale di via Roma. E sono due milioni in meno rispetto al 2015.

La parte di Finanziaria non vincolata, ovvero quella la Giunta ha deciso di destinare alla crescita, vale invece 1 miliardo e 174 milioni. Comprende tre macro vocio: 600 milioni di risorse Ue, più i 447 milioni del Fondo statale di sviluppo e coesione (Fsc) più i 127 milioni di stanziamento recuperato attraverso il mutuo keynesiano da 700 milioni contratto lo scorso anno con una prima spesa di 60 milioni. Con questi soldi, come dichiarato da Pigliaru e Paci “perseguiamo l’obiettivo di consolidare la crescita, quindi sostenere quei segnali di ripresa cominciati ad arrivare nel 2015 e che quest’anno dovrebbero valere un aumento del Pil (Prodotto interno lordo) intorno all’1 per cento”.

Tra le voci in entrata, oltre al gettito fiscale (in aumento nel 2016), vanno considerati i 23 milioni che la Giunta conta di ricavare dalla vendita dei beni regionali. Pigliaru, che ha ribattezzato il 2016 come l’anno della svolta”, ha anticipato che quest’anno aumenteranno di “oltre 300 milioni i trasferimenti in conto capitale per la Sardegna”, attualmente a quota 1 miliardo e 237 milioni. La voce comprende il Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) e il Por (Programma operativo regionale).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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