I ventidue direttori generali in Regione, novanta giorni di tempo per cambiarli

È lo spoil system. Tradotto dall’inglese, sistema delle spoglie. Una pratica tutta americana in voga dagli anni Venti dell’Ottocento e istituzionalizzata in Italia con la legge 145 del 2002. A ogni nuovo Governo, sia esso regionale o nazionale, la norma permette di cambiare gli alti dirigenti, nominandoli in base a un rapporto di fiducia. Quasi sempre di tipo politico. In Sardegna, tra presidenza della Regione e assessorati (agenzie ed enti strumentali esclusi), se ne contano ventidue. La nuova maggioranza di centrodestra ha novanta giorni di tempo per sostituirli. Vediamo chi sono.

La prima ‘testa’ destinata a saltare negli uffici di viale Trento è quella del Dg della presidenza, Alessandro De Martini, il massimo dirigente della Regione, l’uomo di fiducia, per eccellenza, di un governatore. De Martini, voluto dall’uscente Francesco Pigliaru, dovrà presto traslocare, a meno di entrature che non si conoscono.

La presidenza, come da organigramma, si articola in altre direzioni generali. A capo di quella Legale c’è adesso Alessandra Camba; Alberto Piras guida invece il Distretto idrografico; Sandra Tobia, la Protezione civile. Anche il loro destino è legato alle esigenze di governo del centrodestra, così come le ha riconosciute pure la Corte Costituzionale. La quale con una sentenza del 2006 ha confermato la legittimità dello spoil system, perché la fiducia tra classe politica e dirigenza tecnica è considerata fondamentale per assicurare il buon andamento della pubblica amministrazione. Un principio, questo, valutato come prioritario rispetto a quello dell’imparzialità, pur ugualmente garantito dalla Costituzione nella gestione degli uffici pubblici.

Nel 2014, col passaggio dal governo di centrodestra a quello di centrosinistra, si salvarono solo in tre: Pigliaru e i partiti della coalizione confermarono Gianluca Cadeddu al Centro regionale di Programmazione (una delle casseforti pubbliche in Sardegna) e Marcella Marchioni al Bilancio. In più tennero come Dg Gabriella Massidda, pur spostandola dalla presidenza ai Trasporti. Le altre nomine, invece, furono frutto di accordi interni al centrosinistra.

Ecco, per ciascun assessorato, il nome del Dg in carica: Affari generali, Antonello Pellegrino; Personale, Maria Giuseppina Medde; Agricoltura e pesca, Sebastiano Piredda; Ambiente, Paola Zinzula; Corpo forestale, Antonio Casula; Urbanistica, Antonio Sanna; Enti locali, Antonella Giglio; Politiche sociali, Stefania Manca; Industria, Roberto Saba; Lavori pubblici, Piero Teodosio Dau; Lavoro, Luca Galassi; Turismo, Mauro Cadoni; Cultura, Giovanni Deiana; Pubblica istruzione, Elisabetta Schirru; Sanità, Giuseppe Maria Sechi.

Alcuni di questi direttori generali sono stati nominati a inizio legislatura; altri sono arrivati nel corso del quinquennio. Uno, Sechi, dallo spoil system si è tirato fuori da solo, perché dal 15 marzo farà il direttore sanitario all’Areu in Lombardia (Azienda per le emergenze/urgenze). Un’altra, Elisabetta Neroni, scelta nel 2014 per guidare l’Urbanistica, è diventata nel 2017 general manager nel Comune di Cagliari (ma resta una dipendente della Regione).

Nel 2014 il centrosinistra aveva chiuso la partita delle direzioni generali a maggio, due mesi dopo l’insediamento dell’Esecutivo Pigliaru. Il nuovo presidente Christian Solinas e gli alleati hanno comunque tempo sino a giugno per rimescolare le carte in Regione. I novanta giorni per lo spoil system scattano infatti con l’insediamento della Giunta. E quella di centrodestra dovrebbe presentarsi al Consiglio a metà marzo. Salvo ulteriori ritardi nella proclamazione degli eletti da parte dei tribunali sardi, impegnati nel ricontare le schede di trentacinque sezioni elettorali.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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