Scontro Pd per un posto da onorevole: vince Pinna, Piano fuori dal Consiglio

Rossella Pinna è di nuovo consigliera regionale. La dem di Guspini – che è stata onorevole anche nella passata legislatura, dal 2014 e per cinque anni – ha vinto il ricorso contro il compagno di partito, Gigi Piano, eletto nella massima assemblea sarda alle elezioni del 24 febbraio scorso. A decretare la staffetta tra i due è stato il tribunale di Cagliari che ha dichiarato Piano ineleggibile, quindi decaduto dall’incarico.

La battaglia legale per il posto da onorevole l’aveva ingaggiata la stessa Pinna all’indomani del voto, anche se dal Pd non era rimbalzata alcuna voce. Ieri il verdetto della Prima sezione civile che nell’Assemblea regionale fa scattare il primo valzer di poltrone. Il cambio avviene in quota Medio Campidano, il collegio elettorale dove sia Piano che Pinna erano candidati, insieme a Enrico Pusceddu e Silvia Mamusa. Alle urne di febbraio finì con la vittoria di Piano, il più votato di tutti. Ma adesso la Pinna gli ha ‘soffiato’ la poltrona.

Tutto ruota intorno alla legge 154 del 1981 che fissa i casi di ineleggibilità a consigliere. Tra questi figura l’essere un dipendente regionale, come lo è stato Piano dal 2014 al 2019, quindi al momento della candidatura, visto che faceva parte dello staff di Cristiano Erriu, titolare dell’Urbanistica e degli Enti locali nella giunta di Francesco Pigliaru. Una posizione, questa, considerata di indubbio vantaggio dalla norma. Di qui, appunto, tutta una serie di paletti da rispettare, per evitare di finire fuori gioco, come è successo all’ormai ex onorevole.

Piano era il segretario particolare dell’assessore. Con la Regione aveva un contratto di subordinazione, ciò che gli avrebbe imposto di candidarsi solo dopo aver lasciato il posto nell’ufficio di gabinetto. Piano, precisamente, si sarebbe dovuto dimettere dall’incarico entro il 21 gennaio. Ovvero un mese prima delle elezioni, in coincidenza con la presentazione delle liste. Ma l’esponente dem si era preso il rischio di restare nello staff, scegliendo di candidarsi da ineleggibile, come dimostrato da Silvio Pinna, l’avvocato della neo consigliera.

Dal partito filtra che il mancato passo indietro di Piano fu calcolato. L’esponente dem aveva continuato a fare il segretario particolare per non perdere eventualmente la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione di cui non ha usufruito per via dell’elezione in Consiglio regionale. Ma che adesso gli spetta. Almeno in attesa dell’appello che Piano ha deciso di presentare, riporta l’Ansa.

Con la staffetta imposta dal tribunale, cambia anche la geografia delle correnti dem: Piano è un Pd di area Fadda, quindi l’anima popolare dell’attuale maggioranza che governa il partito nell’Isola, con Emanuele Cani leader (l’altro pezzo sono i riformisti del gruppo Cabras); la Pinna è sempre una sostenitrice di Cani, ma per il tramite della corrente che fa capo al vicesegretario, Franco Sabatini, e al deputato Gavino Manca. All’origine della guerra a colpi di carte bollate c’è un precedente: nel 2014 era stato Piano a presentare ricorso contro la Pinna. Allora al Tar, davanti al quale venne chiesto il riconteggio delle schede. Piano perse; la Pinna, cinque anni fa la più votata, rimase consigliera.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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