Fase 2, Solinas su deleghe ai sindaci: “Unico modo per fare aperture mirate”

Nessuno scarico di responsabilità sui sindaci dei Comuni sardi“. La decisione di delegare alle fasce tricolori il potere di aprire le attività commerciali in anticipo rispetto al cronoprogramma nazionale nasce dal fatto “che non si vogliono penalizzare quei centri con un basso indice di contagio”. A Sky Tg24 lo dice il presidente della Regione, Christian Solinas, sull’ordinanza numero 20, emessa il 2 maggio e diventata un caso nazionale. Il provvedimento dispone che i primi cittadini possono anticipare all’11 maggio l’apertura di negozi di abbigliamento e scarpe, profumerie, centri estetici e saloni di parrucchieria.

Le sottolineature di Solinas sono legate al fatto che la stessa sera del 2 maggio, i sindaci dell’Isola si erano messi di traverso rispetto alla ‘cessione’ dei poteri messa nero su bianco dal governatore. Quindi attraverso una nota avevano chiesto al capo della Giunta di “avocare di nuovo a sé quelle funzioni“. Ma Solinas oggi ha precisato: “Se io dovessi prevedere un’ordinanza unica per tutta la Regione, dovrei prendere in considerazione un valore medio. Invece è più corretto che l’indice di diffusione del contagio venga rilevato in ogni singolo Comune. Non può succedere che i centri nei quali non vi è alcun tipo di contagio, paghino per quelli dove che hanno una curva leggermente più alta”.

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Solinas ha poi spiegato che “la Regione si è fatta carico di rilevare l’indice R con T”, che sarà comunicato ai sindaci a partire dell’8 maggio. “Il dato verrà pubblicato giornalmente e i primi cittadini dovranno semplicemente verificare il valore del proprio Comune sulla base delle tabelle della Regione”. Al momento in Sardegna “due terzi dei municipi sono immuni dal contagio”. E si tratta quasi esclusivamente di piccoli Comuni che, diffusamente, si sono rivelati essere a prova di contagio. Nell’Isola, peraltro, circa l’80 per cento delle amministrazioni locali ha meno di cinquemila abitanti”. Secondo l’ultimo rilevamento dell’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la Fondazione thomas Keller, l’Rt è allo 0,66. Così nella rilevazione diffusa il Primo maggio.

Proprio oggi, su Facebook, il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ha espresso contrarietà per la decisione della Regione di fornire ai Comuni il dato sull’Rt “solo l’8 maggio”. Una data che per il primo cittadino del capoluogo “è troppo in là, non ci dà il tempo per organizzare le riaperture a partire dall’11”‘. In ogni caso, molte delle scelte che faranno le fasce tricolori dipenderanno dall’accordo che verrà trovato con i prefetti, a cui si è rivolta l’Anci Sardegna, per il tramite del suo presidente Emiliano Deiana. La ragione è una: capire cosa rischiano i primi cittadini, se si discostano dalle disposizioni contenute nell’ultimo Dpcm del premier Giuseppe Conte.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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