Doppia preferenza, ultima mediazione. Sulla carta il ‘sì’ è in netto vantaggio

Si farà oggi un ultimo tentativo di mediazione perché maggioranza e opposizione trovino l’accordo definitivo sulla leggina della doppia preferenza di genere, al voto domani in Consiglio regionale. Il nodo è legato all’emendamento col quale si vogliono introdurre le liste paritarie che obbligherebbero i partiti a candidare il 50 per cento di uomini e altrettante donne. Sul punto l’intesa tra schieramenti è saltata martedì scorso, tanto che la seduta di martedì scorso venne sospesa per spostare nuovamente il dibattito in commissione Riforme, dove però gli schieramenti non sono ancora riusciti a trovare una soluzione unitaria: ci riprovano questo pomeriggio alle 16 nella convocazione straordinaria dell’organismo consiliare.

Il problema delle liste paritarie è legato ai collegi dell’Ogliastra e del Medio Campidano. Nel primo caso, con due soli candidati in corsa e l’obbligo di mettere in lista un uomo e una donna, si rischia l’illegittimità costituzionale, perché con la doppia preferenza gli elettori non avrebbero altra scelta che votare quegli unici due nomi. Nella circoscrizione di Villacidro-Sanluri, invece, le liste sono da tre e ciò che impedirebbe ai partiti di applicare il principio della parità di genere sulle candidature.

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Per superare l’impasse è stato pensato di raddoppiare il numero di persone da mettere in lista: si arriverebbe a quattro in Ogliastra e a sei nel Medio Campidano, pur lasciando invariato il numero di consiglieri che ciascun territorio eleggerebbe (rispettivamente due e tre). Ma questa soluzione farebbe sballare il conto finale dei voti. Da qui la decisione di sospendere la seduta di martedì scorso.

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Al momento non risulta che alcun partito abbia in tasca una soluzione alternativa. Anzi: in quest’ultima settimana sono emersi dei retroscena secondo cui l’introduzione delle liste paritarie sarebbe stata voluta da alcuni consiglieri uomini per compensare il vantaggio che le donne avrebbero con la doppia preferenza di genere (leggi qui). È anche scoppiato il caso del nuovo gruppo ‘Sardegna’ che si è costituito martedì scorso con “l’obiettivo di chiedere lo scrutinio segreto” hanno accusato le donne del Coordinamento3.

Tuttavia, se domani non cambieranno idea tutti i consiglieri che hanno detto in Aula di essere favorevoli alla doppia preferenza, la leggina elettorale passerà con un’ampissima maggioranza. I rappresentanti dell’Assemblea che hanno pubblicamente dichiarato la propria contrarietà sono solo tre e coincidono con i tre quarti del gruppo Sardegna: Marcello Orrù (indipendente del Psd’Az), Paolo Truzzu (Fdi) e Gennaro Fuoco (Uds). Gli altri cinquantasei hanno espresso sostegno alla doppia preferenza. Il sessantesimo è Mariano Contu che è entrato nel Sardegna come “prestito tecnico (il gruppo diversamente non si sarebbe potuto costituire perché servono quattro consiglieri) e ha già anticipato che non parteciperà alla seduta di domani (leggi qui).

È evidente che con questi numeri lo scrutinio segreto diventa irrilevante. L’osservazione la fa formalmente anche il vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu, che a Sardinia Post dice: “Finora in Aula è emerso un orientamento preciso, con quasi l’intero Consiglio favorevole alla doppia preferenza. Davanti a un margine così ampio di ‘sì’ annunciati, il voto segreto non avrà alcuna incidenza, se tutti si esprimeranno in linea con quanto dichiarato ufficialmente”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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