Compensi Abbanoa, tutto in Procura. Manager autopromosso: ecco come

La Procura di Cagliari ha deciso di vederci chiaro su Abbanoa: i documenti relativi ai compensi del presidente Gabriele Racugno sono stati ritirati dalla polizia giudiziaria e portati a Palazzo di giustizia. Il tutto dopo una segnalazione fatta nei mesi scorsi. Nella spa del servizio idrico c’è poi un’altra vicenda che sta tenendo banco: riguarda Fernando Ferri, l’amministratore delegato e consigliere del Cda che l’11 dicembre si è autopromosso direttore generale, con una retribuzione da 160mila euro annui e lordi. Adesso spuntano le carte sul percorso che ha permesso a Ferri di centrare l’obiettivo del terzo incarico.

Andiamo con ordine. Racugno, diventato presidente lo scorso luglio grazie al sostegno del governatore Christian Solinas (poi i due hanno litigato), è un docente universitario in pensione. Come tale non avrebbe diritto ad alcuna altra retribuzione da parte della pubblica amministrazione, visto che percepisce già il trattamento in quiescenza. Lo ha ribadito di recente pure la Corte dei conti che, per il tramite della Sezione controllo presieduta da Donata Cabras, ha risposto a un quesito presentato dal sindaco di Irgoli, Ignazio Porcu. Ovvero il primo cittadino che in Abbanoa è alla guida della commissione Controllo analogo, cui spetta la verifica sulla regolarità degli atti societari. Eppure Racugno, malgrado il parere della magistratura contabile, a fine novembre, come se nulla fosse, si è fatto pagare un dodicesimo dei 50mila euro annui e lordi che sostiene di dover percepire. E adesso la Procura ha acquisito l’intera documentazione. Da giugno, quando Racugno è entrato in Abbanoa.

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L’altra questione aperta è relativa a Ferri, che ha ottenuto il terzo incarico in Abbanoa grazie al suo voto e a quello di Racugno (contrario invece Franco Piga, altro consigliere del Cda, che viene messo in minoranza, ma sta riuscendo nell’intento di rovinare la festa a certi provvedimenti. Comunque: Ferri ha ottenuto l’incarico di direttore generale dopo aver partecipato a settembre a una manifestazione di interesse pubblicata a settembre e su cui Egas, l’ente di controllo di Abbanoa, aveva espresso la propria contrarietà.

Ferri è diventato amministratore delegato il 30 luglio 2020. Si ricordino due elementi: Abbanoa è una spa da 300 milioni annui e 1.400 dipendenti. Nella manifestazione di interesse è scritto che per diventare Dg bisogna aver fatto l’Ad in un società “del settore industriale” e “con fatturato medio di non meno di € 200 (duecento) milioni annui e non meno di 1.000 (mille) dipendenti”. Per chi crede alle coincidenze, i requisiti richiesti corrispondono alla perfezione con il curriculum di Ferri.

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Alla manifestazione di interesse alla fine partecipano in due: lo stesso Ferri e un’altra persona che presenta la candidatura senza averne requisiti. Così, per sport. E alla fine Ferri diventa il solo manager che può aspirare all’incarico. Per lui il terzo (in Abbanoa l’Ad e consigliere prende già un compenso da 40mila euro). Il tutto con la complicità degli alleati di centrodestra. Perché solo Piga, componente del Cda, non si è opposto. Tutti gli altri, nella coalizione al governo della Regione, non hanno fiatato. A cominciare da Sardegna 20/venti, il movimento fondato dal consigliere regionale Stefano Tunis e che ha piazzata Ferri in Abbanoa.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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