Molto più di un appello. A parlare è Luciano Uras, senatore di Sel che dice la sua sulle primarie quando mancano quattro giorni alla presentazione delle cinquemila firme che ogni candidato deve depositare per fare la partita delle urne, il 29 settembre.
Uras è perentorio, e si rivolge al Pd. “Prima il programma. Poi, se servono – è l’inciso durissimo – le primarie per scegliere il miglior interprete del progetto comune“. Va ricordato che Sel è sull’Aventino da settimane, quando insieme a Upc, Idv, Verdi e Centro democratico chiese che la presentazione delle candidature non scadesse l’8 agosto (come poi è stato confermato), ma venisse posticipata.
Da allora la frattura nel centrosinistra non si è più ricomposta. In sei (cioè Simone Atzeni, Francesca Barracciu, Roberto Deriu, Gianfranco Ganau, Andrea Murgia e Maurizio Piras) sono in corsa, ma la commissione dei garanti ha dato tempo ai partiti ribelli di presentare propri candidati il 2 settembre. Peraltro: Roberto Capelli, leader di Centro democratico, ha fatto sapere l’altro giorno che loro non faranno alcun nome.
Sel, però, la pensa diversamente e con Uras mette pure in dubbi la necessità di aprire le urne il 29 settembre. Il senatore aggiunge: “Per le primarie c’è tempo“. E se da un lato Uras dice che “sulle prossime regionali incombe la situazione nazionale”, per un altro chiarisce che “oggi è possibile solo una alleanza programmatica con il Pd”.
Insomma, pur nella durezza delle dichiarazioni, Sel non vuole rompere col Pd, ma nemmeno rinuncia a un pressing incalzante: “Va preso atto della esigenza di costruire una alleanza coesa partendo dalle ragioni di un programma comune, e si faccia carico di convocare tutte le forze disponibili a discutere e condividere programmi, strategie di governo. Per questo noi siamo per costruire da subito un progetto alternativo a quello devastante dell’attuale Presidente della Regione”
Uras chiude cosi: “Questo percorso vogliamo costruirlo con tutte le forze democratiche e progressiste, con i partiti e i movimenti identitari, sardisti, della nuova sovranità popolare e con il sistema dell’associazionismo democratico sindacale, dell’impresa, della cultura, dell’ambiente e della solidarietà”.