“Burocrazia e conflitti istituzionali bloccano l’applicazione delle leggi”

Nella mancata applicazione delle leggi regionali vi è “un evidente comportamento ostativo di dubbia legittimità posto in essere da organi esecutivi e dalla dirigenza pubblica regionale e locale”, ma anche la conflittualità e la competitività fra Consiglio e Giunta. E’ la conclusione a cui è giunta la Commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali, presieduta da Luciano Uras (Sel), nella relazione finale che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio, in occasione della prima seduta annuale obbligatoria. Il periodo preso in considerazione è quello fra la XIII e la XIV legislatura. Si è rilevato che  “la legge regionale appare prevalentemente violata per ragioni di conflitto politico istituzionale, inefficienza e slealtà di parti di dirigenza pubblica – è detto nel documento – inadeguatezza tecnica della legislazione, il permanere di culture subalterne al ruolo dello Stato, anche in contrasto della riforma costituzionale del Titolo V”. “Il risultato è comunque devastante per l’economia della società sarda” e “tutto questo richiede un cambio significativo di comportamenti, una riorganizzazione delle disposizioni in testi unici per materie e una migliore formulazione delle norme, con una distinzione netta di ruoli tra assemblea legislativa ed esecutivo e una migliore qualità della macchina amministrativa. Senza questo regna la confusione, terreno fertile dell’illegalità”.

Il presidente della Commissione ha ricordato anche che “dal 1949 ad oggi sono state approvate più di 2.190 leggi, una media di 34 leggi all’anno, tutte scoordinate tra loro”. C’è anche unriferimento ad una delle ultime leggi per la quale la stessa Commissione ha denunciato la mancata applicazione delle norme: quella che rifinanzia i Centri servizi per il lavoro prorogando i contratti precari. “Occorre ricordare che le leggi approvate entrano in vigore – ha aggiunto Uras – e l’efficacia delle leggi approvate può essere sospesa solo dalla Corte costituzionale”.  Anche il capogruppo di Udc-Fli, Giulio Steri, è intervenuto sull’argomento, richiamando l’assessore responsabile “di quel dicastero (Lavoro, ndr) che deve intervenire, non è accettabile e non consentiremo più che possano succedere cose come queste”. Steri ha anche ribadito “la necessità di riforme e della riscrittura del nuovo Statuto per chiarire definitivamente cosa possiamo fare e cosa no. Questa relazione è un richiamo alla coscienza di tutti”. I lavori dell’Aula sono stati aggiornati a mercoledì 6 febbraio alle 16 con la leggina sull’Autorità d’Ambito per le risorse idriche al primo punto dell’ordine del giorno. Martedì 5, invece, è stata convocata la Conferenza dei capigruppo.

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