Per Boldrini bagno di folla a Oristano: “I politici non sono tutti uguali”

Sono ancora richiami alla politica, quelli che Laura Boldrini lancia nella seconda giornata della sua visita in Sardegna.

Manifesto politico parte due, da Oristano e con bagno di folla: “Bisogna contenere i costi e dire no alla corruzione“. È cominciata così, con un altro invito-appello, la seconda giornata sarda di Laura Boldrini che ieri, a Cagliari, aveva chiuso la prima tappa della sua visita nell’Isola chiamando partiti e sindacati al “rinnovamento”, alla “trasparenza” e alla “sobrietà”. Stamattina la seduta breve in Consiglio comunale, nel palazzo degli Scolopi in piazza Eleonora d’Arborea, poi l’incontro con gli studenti del liceo classico De Castro, ai quali ha di nuovo detto: “I politici non sono tutti uguali, generalizzare sarebbe un grave errore“.

La presidente della Camera, dunque, prosegue il viaggio in Sardegna senza perdere di vista il dibattito politico nazionale, tutto incentrato sull’inchiesta Grandi opere, solo l’ultima e che ha fatto scattare ancora manette per la gestione degli appalti pubblici. “Il senso della mia visita è duplice – ha esordito la Boldrini dopo il presidente dell’Aula municipale, Marco Cossu, e il sindaco Guido Tendas -: compito delle istituzioni è essere presenti in quei territori dove sono tante le difficoltà e le sofferenze. Ma sono qui anche per spiegare che la politica deve uscire dai palazzi, l’opinione pubblica va incontrata senza transenne, anche se si sono fatti molti errori. Tuttavia, solo facendosi carico dei problemi e lavorando per la loro soluzione, si può abbassare la soglia di arrabbiatura dei cittadini“.

Di patto fiduciario saltato tra elettori ed eletti, la Boldrini ne parla anche davanti agli studenti del De  Castro, ma stavolta con un approccio diverso. La presidente premette: “In me l’antipolitica non avrà mai sponda. Perché quel patto è a due. E se i cittadini, in cambio di un aiuto per trovare un lavoro, non si preoccupano di chiedere il programma di governo ai candidati, non sono meno responsabili. Di certo, un Paese che non crede nelle istituzioni, non ha futuro. Significa che tutti dobbiamo impegnarci in politica, sebbene se questo significa un passo indietro nella nostra vita. Ma di sicuro l’Italia ne farà uno avanti”.

Ecco poi le domande dei ragazzi, intanto “sulla privatizzazione dell’istruzione prevista nella Buona Scuola”. Ma la Boldrini preferisce non rispondere alla domanda. “Io non sono il Governo, io sono il presidente della Canera, super partes. L’imparzialità del mio ruolo verrebbe meno. Sulla riforma decideranno le Camere, il decreto sta per all’attenzione del Parlamento”. E per la stessa ragione la presidente, a fine mattina, non dice nulla sul doppiopesismo che sembrano avere i partiti verso la corruzione e nemmeno si esprime circa la necessità (o meno) di continuare a essere garantisti davanti al malaffare diffuso, come tanno scoprendo le Procure italiane.

Netta invece la posizione della Boldrini sull’Europa. “Così com’è – ha detto la detto la terza carica dello Stato sia in Consiglio comunale che agli studenti – non funziona. Le discusse politiche dell’austerità, difese da alcuni economisti e osteggiate da altri, non stanno dando i risultati sperati. Questa non è l’Europa che hanno pensato i padri costituenti. In breve tempo è stato certamente fatto un cammino bellissimo che ha cancellato le frontiere, ha istituto un Parlamento di Stati e permesso ai giovani di fare l’Erasmus. Ma siamo a metà del guado: non si possono continuare a chiedere sacrifici ai cittadini”.

Dopo la tappa al De Castro, il taglio del nastro al museo di Cabras, dove sono esposti parte dei Giganti rinvenuti a Mont’è Prama. A fare da guida, il sovrintendente Marco Minoia e del sindaco Cristiano Carru. La serata della Boldrini si conclude al teatro Garau per il convegno con le imprenditrici “che in Sardegna hanno sfidato la crisi e sono un modello di successo”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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