Bar e ristoranti, opposizioni a Solinas: “Inutile una legge anziché l’ordinanza”

Si scalda il confronto sulla telenovela dell’ordinanza, ovvero il cammino di Christian Solinas dallo ‘stop&go’ di più di una settimana fa al ‘riapriamo tutto‘ dell’altro giorno. Sui social si parla ormai di sceneggiata e gira persino un meme col governatore che partorisce, in riferimento al provvedimento annunciato il 22 ottobre e forse destinato a non vedere mai la luce.

Ieri Solinas ha anche convocato una videoconferenza, cominciata alle 21 e conclusa a mezzanotte. È finita con un’altra trovata: il centrodestra al governo della Sardegna pensa, come ha fatto la Giunta siciliana di Nello Musumeci, a una legge regionale attraverso la quale normare le riaperture per consentire bar e ristoranti di chiudere rispettivamente alle 20 e alle 23 anziché alle 18.

Giuridicamente è un altro buco nell’acqua. Il Consiglio regionale, in buona sostanza, dovrebbe approvare una norma in conflitto con il Dpcm. Ma nella gerarchia delle fonti, principio che concorre a determinare l’impugnabilità di un atto legislativo, il testo sardo risulterebbe contrario al decreto legge che dà copertura allo stesso Dpcm. Il quale è di rango statale e quindi sovraordinato rispetto alla norma regionale. Palazzo Chigi ne richiederebbe immediatamente l’impugnazione davanti alla Consulta.

La contrarietà a questa ipotesi, proprio per ragioni di incostituzionalità, è stata espressa anche da Progressisti, Pd, LeU e M5s dopo che stamattina il presidente dell’Assemblea, Michele Pais, ha fatto sul punto un giro di consultazioni. Senza la minoranza, infatti, il centrodestra non può andare avanti perché la norma entrerebbe in Aula con una procedura d’urgenza che richiede l’unanimità, come prevede l’articolo 102 del Regolamento.

È evidente che il centrodestra le sta provando tutte per mettere la pezza a una tremenda figuraccia. Il gioco di Solinas è ormai chiaro a tutti: al presidente è venuta voglia di riaprire tutto dopo che il premier Giuseppe Conte ha deciso di chiudere. La solita contrapposizione in cui il governatore sardo si è dettato anche nei mesi scorsi, ma che ormai assume un sapore infantile anziché politico. Peraltro: la situazione sanitaria dell’Isola è drammatica, al pari di quella economica, ma Solinas trova il tempo per giocare sulla parte del settore della ristorazione. Non solo: la pezza che gli alleati di Solinas stanno provando a mettere rischia di essere peggio del buco.

“Siamo contrari – si legge in una nota diffusa dai quattro partiti dell’opposizione – a ogni tipo di azione incapace di produrre risultati, perché in palese contrasto con la normativa nazionale. È evidente – hanno sottolineato – che una legge come quella ipotizzata dal consigliere Tunis sul modello siciliano, sia un atto pericoloso. Anche perché le forze deputate ai controlli dovrebbero applicare la normativa nazionale e non norme regionali: questo esporrebbe le attività commerciali a sanzioni e chiusure”.

La minoranza del Consiglio contesta pure l’eventuale introduzione della didattica al 100 per cento. Ma in questo caso bisognerebbe che Solinas facesse la mini-ordinanza di cui si è parlato nei giorni scorsi. Ma non è più sicuro che il governatore faccia qualcosa. Anche sul provvedimento ‘leggero’ ci potrebbe essere una marcia indietro. Insomma una farsa totale.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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