Autorità portuali, scontro su Facebook tra Massidda e Lai con toni da battaglia navale

È la battaglia navale Pd-Pdl, tutta giocata su Facebook, in nome delle Autorità portuali sarde. Da una parte Silvio Lai, dall’altra Piergiorgio Massidda.

LA QUERELLE. Dunque eccolo il duello tra un senatore e un ex. Col primo che non l’ha mandata a dire, quando il secondo è stato silurato dalla presidenza dell’ente cagliaritano, per mancanza di requisiti. Così ha sentenziato giovedì il Consiglio di Stato. Lai, che è anche segretario sardo del Pd, lo stesso giorno ha scritto su Facebook: «Le Autorità portuali hanno bisogno di persone competenti e con la carte in regola, non di amici di partito». Quindi l’interrogazione presentata al ministro Maurizio Lupi che, un mese fa, nell’ente di Olbia ha nominato commissario un altro pidiellino, Fedele Sanciu, ex senatore pure lui, ma con la terza media. Questo pomeriggio Massidda, il medico, sempre su Facebook, ha postato una lettera aperta a Lai, bollando come «imbarbarimento della politica» gli attacchi del democratico. Da lì, la controrisposta del segretario Pd, col popolo della Rete diviso in tifoserie.

LA POSIZIONE PD. Di certo, nessuno a Cagliari (ma non solo) si aspettava che Massidda finisse fuori gioco dopo due anni di presidenza. E su questo Lai, giovedì, ha cominciato a pestare. Ma soprattutto ha attaccato Lupi, «a cui sia di monito la sentenza emessa dal Consiglio di Stato – ha scritto il democratico -, anche se il ministro dovrebbe capire da solo che bisogna scegliere persone competenti, senza bisogno di farselo dire dai giudici amministrativi». Il senatore Pd ha quindi presentato un’interrogazione. Destinatario Lupi, «perché annulli, alla luce di quanto stabilito dal Consiglio di Stato, la nomina di Sanciu».

IL PIDIELLINO. Masssidda, però, non ha gradito i post di Lai, e neppure l’interrogazione parlamentare. E alle 16,30 si è fatto sentire su Facebook, con una lettera aperta al segretario Pd. «Ti ho sempre considerato un avversario corretto e responsabile, una persona di cui mi onoro dell’amicizia e che stimo da sempre», è la premessa. Poi: «Mi elogiavi in Senato, davanti a tanti colleghi di destra e di sinistra. Cosa ho fatto per farti cambiare opinione? Cosa ha turbato la tua coscienza da non permetterti di riconoscere risultati evidenti a qualunque cittadino?».

LO SCONTRO. Massidda ha lanciato la sfida a Lai: «Farai delle interrogazioni per rivedere tutte le nomine a cui hai partecipato o che hai ispirato? Spero che tu non faccia parte di quelli che dicono che le leggi si “interpretano per gli amici e si applicano per i nemici”. Quanti enti virtuosi verranno decapitati? Silvio, ho lasciato la poltrona da senatore per amore verso la mia città, tu lo faresti?». Il presidente silurato ha ricordato ancora: «Il mio lavoro in Autorità portuale non ha bisogno del sostegno di un amico o di un commento partigiano. Per me parlano numeri e fatti. Ho dimostrato sul campo la mia competenza con risultati che sono di dominio pubblico. Ti invito a parlare con chi lavora in porto, con gli operai, coi loro sindacati, loro ti racconteranno cosa sta succedendo. Il maggiore riconoscimento mi arriva in queste ore dalle tantissime testimonianze di affetto che vengono dai cittadini e da rappresentanti delle istituzioni anche del tuo schieramento e partito, e dalle offerte di lavoro all’estero di importanti società del settore».

CONTROMOSSA DI LAI. Neanche mezz’ora dopo, Lai ha replicato a Massidda: «Non ho nessuna remora a dire pubblicamente che il lavoro svolto da te, in questi mesi, è sicuramente positivo. Hai dato slancio a numerose iniziative che si erano bloccate nel passato, come ti ho detto durante l’unico incontro che abbiamo avuto al porto. Aggiungo che la esperienza politica ti ha certamente aiutato nel relazionarti in maniera finalmente positiva con le amministrazioni che occorre mettere insieme nella gestione di un porto complesso, come quello di Cagliari».

PACE FATTA. Lai conclude con un appello a Massidda: «Non scambiare, dunque, giudizi politici sulle scelte dell’attuale (ex?) ministro, e mi riferisco all’Autorità portuale di Olbia, come una questione personale. La mia stima per te e il tuo lavoro resta, l’ho confermata anche ieri proprio usando questo mezzo, e sono pronto a darne attestazione pubblica. Ma rimane pure la obbligatorietà di rispettare la legge senza piegarla agli interessi più vari, e sono certo di non averlo mai fatto neanche per una nomina, per mia fortuna. Altra cosa è la lotta politica, nella massima correttezza contro chi abusa, come fa Lupi, dei suoi poteri, per interessi a me chiarissimi».

Alessandra Carta

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