Cappellacci ha speso 25 milioni per tenere chiusa la miniera di Silius

Tutto ruota intorno alla Fluorite spa, una partecipata della Regione. In ballo c’è l’estrazione di 660mila tonnellate di minerale.

Sono i 25 milioni di euro che la giunta di Ugo Cappellacci ha buttato al vento dal 2009 a oggi con la Fluorite di Silius spa. Ovvero, la partecipata della Regione che nel dicembre 2006, quando è stata creata dal centrosinistra di Renato Soru, avrebbe dovuto gestire il giacimento di Genna Tres Montis. Invece è ancora tutto fermo, sebbene sulla carta il business sia appetibile: in quei 670 ettari, spalmati tra i Comuni di Silius e di San Basilio, si potrebbero estrarre 660mila tonnellate di fluorite purissima che sul mercato mondiale viene pagata 300 dollari a tonnellata. Geograficamente siamo nel Gerrei: la provincia è quella di Cagliari, parte centrale, uno snodo tra Medio Campidano, Oristanese e Ogliastra.

I 25 milioni di costi inutili si ricavano dai bilanci societari. Così divisi: 3.650.000 sul 2009; 4.463.000 nel 2010; 3.406.000 per il 2011; 3.875.000 sul 2012; 4.700.000 nel 2013. Per il 2014 la previsione è di 4.400.000 euro. Buona parte delle risorse se ne va con gli stipendi: dopo i gloriosi anni Ottanta da 500 buste paga, nel 2009 i lavoratori sono scesi a 130. Nel 2012 un ulteriore calo, a 104. Oggi se ne contano 70. Le bollette Enel valgono un altro importo choc: una media di un milione di euro all’anno. Per le manutenzioni, nei 100 chilometri di gallerie a 400 metri di profondità, si spendono altri 500mila euro ogni 12 mesi.

Eppure, quella montagna di soldi serve solo per far funzionare le pompe di sollevamento che pescano l’acqua dal sottosuolo e la portano in superficie. Il tutto finisce poi in un depuratore. I lavoratori controllano il processo, previsto da un decreto regio del 1927, niente di più. Di fatto, la miniera è chiusa, perché la Fluorite di Silius spa nel frattempo – e qui comincia una storia complicatissima – è stata messa in liquidazione. Precisamente il 18 maggio 2009, visto che non ha fatto decollare l’estrazione del minerale.

La Fluorite spa nasce per sostituire la Nuova Mineria di Silius (Nms) che nel 2006, dopo 14 anni di attività, viene fermata dall’Unione europea. A Bruxelles aprono la procedura di infrazione per via dei 98 milioni che la giunta di Italo Masala (An) assegna nel 2003 attraverso un piano industriale considerato dall’Ue un aiuto di Stato. Quindi, col centrosinistra al governo della Regione, la Nms viene considerata una bad company e rimpiazzata con la new.co Fluorite di Silius. Capitale sociale: due milioni di euro. Ma a Bruxelles non piace nemmeno questo nuovo assetto pubblico che si conclude con due diktat: mettere in liquidazione anche della Fluorite spa e affidare a un privato la gestione di Genna Tres Montis.

A prolungare l’agonia della new.co sarda si è aggiunto un ulteriore paradosso: da aprile 2013 gli impianti di Silius e San Basilio li vuole rilevare la Fluorite Italia, la srl che ha regolarmente vinto la gara bandita dalla Regione a luglio 2012 e chiusa nove mesi dopo. Ma la giunta Cappellacci non ha mai rilasciato le autorizzazioni necessarie a far decollare l’investimento privato. Materialmente se ne deve occupare l’assessorato all’Ambiente, ma tutto si è arenato in un qualche cassetto. Come dire: da un anno e mezzo la Regione blocca se stessa.

La Fluorite Italia è la gemella della Fluorite sarda, la srl che si era aggiudicata la gara bandita nel 2008 dal centrosinistra, sempre per trovare un azionista privato cui affidare Genna Tres Montis. Ma la società rinunciò alla concessione mineraria non trovando vantaggioso rilevare gli impianti. Entrambe le srl sono comunque riconducibili alla Fluorsid spa di Macchiareddu, il colosso chimico della famiglia Giulini proprietaria del Cagliari calcio.

Di fine estate l’ultimo nodo: una volta estratto, il minerale di Silius e San Basilio andrebbe portato nella laveria di Assemini, sempre di proprietà della Regione. Il terreno si estende su 30 ettari che, però, l’amministrazione comunale guidata dal grillino Mario Puddu ha vincolato per farci un parco. In queste condizioni, la Fluorite spa non può essere cancellata dal registro delle imprese, anche se in liquidazione da cinque anni. E i sardi devono continuare a pagare il conto.

Leggi anche: Silius, il commissario liquidatore sui costi del personale: “Licenziamenti evitati”

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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