Aragoste (e premi milionari), casa Ligresti era il Tanka Village d’Italia

Aragoste a quintali per gli ospiti illustri della famiglia Ligresti al Tanka Village di Villasimius. Lo racconta oggi il Fatto quotidiano – poi ripreso anche da l’Unione sarda on line – che indica tra i beneficiare dei pantagruelici banchetti “ministri, sottosegretari e direttori di giornale”. Anche il ministro Anna Maria Cancellieri, che però ha subito smentito.

Il tutto lo si ricava dalle intercettazioni telefoniche cui è stato sottoposto l’ex amministratore delegato del gruppo, Fausto Marchionni.

Ma in realtà la “Ligresti-connction” era molto più estesa. Tanto che – secondo il sito Dagospia – casa Ligresti era da sola una sorta di Tanka Village della Finanza nazionale. Che sistemava i proprio componenti, ma anche i figli degli amici: Geronimo La Russa, figlio di Ignazio, Simone Tabacci, figlio di Bruno (come consigliere della Milano Assicurazioni) e Luigi Pisanu, figlio di Beppe (consigliere dell’Immobiliare lombarda).

E non si badava a spese. Scrive Dagospia: “Nell’annus horribilis del gruppo, il 2011, ad esempio, mentre Fonsai chiudeva il bilancio con oltre un miliardo di perdita, la compagnia riuscì a distribuire 2,5 milioni alla presidente Jonella, 2,12 milioni al fratello Paolo e 837 mila euro a Giulia, che però assommava anche la retribuzione come presidente di Premafin e riceveva dalla compagnia, per prodotti della sua azienda di borse Gilli, altri 320 mila euro. Nello stesso anno a Geronimo La Russa andarono 350 mila euro, a suo zio Vincenzo, consigliere sempre in Fonsai, altri 320 mila euro. E ancora 2,2 milioni al vicepresidente Carlo Talarico, la cui figlia Alessandra sedeva nel cda della Milano, e 1,42 milioni a Fausto Rapisarda, segretario del consiglio d’amministrazione e uomo storicamente vicinissimo all’Ingegnere”.

Le aragoste, insomma, erano poco più che spccioli.

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