Rubrica ‘Duello al sole’, Bruno Murgia: “La legge Sicurezza va rispettata”

Bruno Murgia, editorialista di Sardinia Post magazine, commenta la legge Sicurezza per ‘Duello al sole‘, la nuova rubrica del nostro giornale che su uno stesso tema mette a confronto due firme (l’altra, per questa prima puntata, è Nicola Comerci). La riflessione di oggi è sull’opportunità – o meno – di fare ricorso alla ‘disobbedienza civile’.

Come i radicali di una volta, ma con molto meno talento: alcuni sindaci italiani, tra cui i nostri Massimo Zedda e Andrea Soddu, pensano di fare disobbedienza civile al decreto sulla sicurezza del ministro del interno Salvini e promanato dal presidente della Repubblica. Assurdo. Puoi pensarla come vuoi, ma le leggi dello Stato vanno rispettate, sempre e comunque. Altrimenti, dietro l’angolo, c’è il caos.

E poi, si tratta dell’estrema trovata di una opposizione (per lo più di sinistra, ma non solo) che cerca disperatamente, fuori dal Parlamento, di farsi sentire.

La questione sbandierata non è solo basata sui cavilli di legge: sotto quell’aspetto i sindaci non possono appellarsi alla Consulta, mentre lo possono fare i governatori delle Regioni.

L’idea è che il decreto sicurezza sia inumano. Non si lasciano a terra i migranti. Che, in astratto, è giusto. Non piace a nessuno che qualcuno muoia in mare. Ma il punto è che lo sbarco indiscriminato di persone provenienti dall’Africa andava fermato. E andava mandato un messaggio a contrabbandieri, commercianti di uomini e Ong parecchio interessate. Gli italiani, compresi quelli di sinistra, sono d’accordo con questa tesi. Poco da dire.

Non amo di certo questa alleanza Lega-5Stelle ma continuo a pensare che il decreto sicurezza debba essere smontato con una dura e chiara battaglia di idee. Le norme invece si rispettano sempre. Che provengano da destra, da sinistra e dal centro.

Infine, ma forse è utopia nell’Italia di oggi, bisognerebbe fare un discorso serio sulla qualità dell’immigrazione. La Fondazione Moressa ha recentemente stilato un indice dell’ospitalità. I nostri ragazzi che scappano per mancanza di lavoro sono migrazioni di qualità. Dalla Siria, per esempio, vengono un sacco di laureati che in Italia non si fermano e vanno in posti considerati più ricchi come la Germania e i Paesi scandinavi. Da noi rimangono lavoratori con qualifica molto bassa. Solo il 10% è laureato, il 25% in stato di povertà, il 52% in stato di emarginazione. L’Italia, e credo la Sardegna, sono luoghi ospitali ma non attraiamo flussi migratori di buona qualità.

Parliamoci chiaro: in Norvegia il medico siriano fa il medico, da noi sta al semaforo. È la realtà delle cose. Finché non avremo capacità di creare lavoro sarà impensabile accogliere tutti.

Bruno Murgia

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