Aumentare le zone coltivabili per presidiarle. La ricetta di Coldiretti contro gli incendi

Aumentare la superficie coltivabile e salvaguardare la Sardegna dalla piaga degli incendi che anche questa estate stanno devastando il territorio, mettendo in ginocchio aziende agricole e famiglie. Sono i due principali benefici, ma non solo, che avrebbe l’Isola se venissero ascoltate le richieste di Coldiretti Sardegna. L’associazione ha inserito nella piattaforma “(Ri)coltiviamo la Sardegna”, consegnata al governatore, Christian Solinas, anche una serie di proposte per aumentare la superficie coltivabile e allo stesso tempo presidiare il territorio, ripulirlo grazie anche al pascolo, e sconfiggere o quanto meno arginare il fenomeno incendi. Lo spiega dettagliatamente il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu: “Già da diverso tempo chiediamo che vengano riviste in Sardegna le Plt, le Pratiche locali tradizionali – spiega – questo permetterebbe di avere un carico di bestiame più elevato soprattutto nelle zone interne. Gli stessi animali ripulirebbero i sottoboschi, facendo sì che gli incendi non creino i problemi che hanno creato lo scorso anno e anche recentemente”.

Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna

Su questo aspetto Cualbu precisa: “Voglio aprire una parentesi – sottolinea -: sono stati stanziati venti milioni per i roghi dello scorso anno, ma ancora oggi sono bloccati a causa della burocrazia. Agli agricoltori e agli allevatori che avevano subito danni, non sono stati dati”. Per rivedere le Pratiche locali tradizionali, bisogna però prima capire come viene calcolata la superficie utilizzabile. “La Sau, Superficie agricola utilizzabile, attualmente viene stabilita attraverso foto aeree – spiega Cualbu – per cui fotografando dall’alto, tutta la chioma della pianta viene considerata tara. La realtà è bene diversa. Gli animali sotto quei boschi ci pascolano, ci vivono e ci hanno vissuto da secoli. Quando parliamo di Pratiche tradizionali penso proprio a questo a esempi come ‘sa siddadura’ che era il taglio delle fronde delle piante che servivano poi ad alimentare gli animali e a pulire quelle piante a volte troppo raggruppate, in modo che si sviluppassero meglio”.

Il modo in cui viene calcolata la Sau, in questo momento, non considera a dovere le Plt che invece sarebbero fondamentali anche per il presidio del territorio. “Se veramente si hanno a cuore le zone interne – evidenzia Cualbu – e si vuole fare in modo che la gente non scappi da quei territori bisogna passare dalle parole ai fatti. Rivedere le Plt è una delle misure che servirebbero a non fare andare via la gente dai territorio, ma sarebbe un incentivo per rimanere. La nostra richiesta e proposta è rafforzata dagli studi del Cnr e della Facoltà di Sassari di agraria dell’Università che dimostrano come le carni e il latte prodotto in quelle aree hanno anche delle caratteristiche organolettiche superiori. Quindi hanno un valore superiore ma anche questo non viene riconosciuto oggi dal mercato e viene tutto uniformato: un chilo di carne e un litro di latte, pagato come quelli che si producono da altre parti, invece andrebbe riconosciuto ed evidenziato sia in termini di mercato e sia di scelta politica”. Al momento però tutto tace.

“Questa richiesta noi come Coldiretti Sardegna l’abbiamo fatta l’estate scorsa quando è stata in Sardegna la Commissione parlamentarle presieduta da Gallinella – precisa Cualbu -, ci era stato detto che era un problema che interessava anche altre aree interne di altre regioni d’Italia, ma fino ad oggi non abbiamo avuto nessun tipo di comunicazione. Questa è una cosa che a noi sta a cuore. Libererebbe molta più superficie a Sau e quindi a premi e quindi un aumento del reddito di quelle imprese che sarebbero incentivate a continuare a presidiare il territorio”.

E il presidente di Coldiretti Sardegna punta il dito contro chi non permette agli agricoltori e agli allevatori di fare quello che hanno sempre fatto. “In passato erano state portate avanti misure che riguardavano la cura dei terreni forestali abbandonati – sottolinea – dove era consentito fare delle fasce e pulire il sottobosco. Oggi a causa di pseudoambientalisti, non si può fare praticamente niente: meglio lasciare la natura com’è, salvo poi vedere che passa l’incendio e fa le autostrade, non le fasce mangia fuoco”.

E parlando degli incendi aggiunge. “Lo stesso regolamento forestale che prevede mezzo Uba ettaro di carico in quei territori è ridicolo – precisa Cualbu – l’esempio vissuto in territori come Padru e Orgosolo dimostra che laddove c’è un bel carico di bestiame, non c’è bisogno che passi nessun forestale: sono gli stessi allevatori che pulendo il sottobosco fanno si che non si creino le condizioni per far sviluppare incendi”.

Poi aggiunge: “Noi non dobbiamo dare per scontato questi roghi – dice – serve assolutamente un cambio culturale da parte di tutti e dove tutti ci sentiamo responsabili di questa situazione. L’incendio non scoppia così per caso ma viene dall’azione criminale di qualche sciagurato che purtroppo appicca le fiamme senza pensare a tutte quelle che sono le conseguenze. Per riparare all’azione di un minuto poi ci vogliono anni”.

E sugli incendi, evidenzia Cualbu c’è un’altra problematica: “Oltre al danno, la beffa. Chi è vittima di questi incendi, se si applica alla lettera quelli che sono gli attuali regolamenti, per anni si trova anche un terreno vincolato e non potrebbe ne coltivarlo ne metterlo in domanda nei premi comunitari”.

Contenuti offerti in collaborazione con Coldiretti Sardegna

http://www.sardegna.coldiretti.it

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share