Rinasce Istituto Isola, Confartigianato: “Idea condivisa”

“Tutto ciò che serve a sostenere, valorizzare e tutelare le imprese dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale della Sardegna e a commercializzare le loro produzioni, troverà sempre il sostegno di Confartigianato Sardegna. Condividiamo l’idea di ridare vigore al settore anche con la rinascita dell’Isola, l’ex Istituto sardo organizzazione lavoro artigianale, che fino al 2006 aveva il compito di promuovere le produzioni che rappresentano l’immagine vera e propria della cultura e delle radici della Sardegna”. Questo il pensiero di Confartigianato Sardegna, attraverso la dichiarazione del segretario di Confartigianato imprese Oristano, Marco Franceschi, dopo l’annuncio dell’assessore regionale all’Artigianato, Franco Cuccureddu, di una proposta di Legge di ripristino dell’Isola e di voler investire nella salvaguardia delle imprese e produzioni dell’artigianato artistico. “Per distinguere gli artigiani dell’artistico rispetto al resto delle imprese artigiane bisognerebbe creare uno specifico albo all’interno degli albi Camerali – ha continuato Franceschi rivolgendosi all’assessore Cuccureddu – tutto questo per riuscire a riconoscere, e ad aiutare al meglio, chi esercita in questo delicato, particolare e fragile settore. Non dobbiamo mai dimenticare che se certi mestieri e certi prodotti non verranno sostenuti adeguatamente, nel breve tempo spariranno anche a causa degli alti costi d’impresa, delle difficoltà burocratiche, degli oneri per la trasmissione dell’attività e della formazione dei giovani, e dei problemi nella commercializzazione”.

Confartigianato Sardegna ricorda come l’attività artigiana delle imprese del tipico e tradizionale sardo, nei vari territori, sia importante dal punto di vista dell’attrattività e del mantenimento della tradizione e della memoria anche se la maggior parte di queste
micro attività scompare nel silenzio perché non regge il ritmo delle produzioni industriali o ha una diffusione commerciale limitata. L’associazione artigiana ricorda anche come, in attesa di una vera certificazione dei prodotti, le produzioni artistiche sarde abbiano bisogno di una loro legge, cucita su misura per il suo tessuto produttivo che è fortemente caratterizzato ed è assai differente da ciò che si trova in altri territori nazionali. “A oggi – prosegue Franceschi – possiamo contare circa 200 imprese regolari (prevalentemente oreficeria, tessuti, ceramiche, legno, pelle, metalli non preziosi, coltelleria, vetro, pietra, intreccio), in rappresentanza di meno dell’1% di tutto l’artigianato regionale. Con una media di 2,2 addetti per azienda, possiamo contare circa 400 addetti ufficiali. Il valore aggiunto (stimato) è di circa 95 milioni di euro (diretto, indotto e nero) con un valore aggiunto, sul totale dell’artigianato sardo, del 4,4%. Il valore dell’export (tra certificato e stimato) di prodotti in legno e sughero, coltelleria, mobili, tessuti, porcellana, ceramica, vetro, vale oltre 25 milioni di euro”. Due i punti dolenti del settore: le 1500 “entità” non regolari, non registrate alle Camere di Commercio, e il “falso”, circa il 50% dei prodotti non è di produzione regionale. In 5 anni sono arrivati in Sardegna oltre 27 milioni di euro di prodotti contraffatti (la maggior parte oreficeria).

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