La rivista specializzata Artribune l’ha selezionata tra le dieci migliori produzioni teatrali dell’anno: Désert, a cura di Maria Paola Zedda, è una performance site specific di lunga durata incentrata sul tema delle migrazioni. A firmarla l’attore, danzatore e autore umbro Leonardo Delogu, la cui poetica si focalizza sulla relazione tra corpo e paesaggio. Prodotto dalla Fondazione di Sardegna, Sardegna Teatro e Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con Carovana SMI e Spaziodanza, lo spettacolo ha debuttato il 23 settembre scorso a Cagliari, coinvolgendo oltre trecento partecipanti. Domani, a distanza di quattro mesi, ci sarà la proiezione del progetto video, firmato dal collettivo milanese Studio Azzurro, il cui obiettivo è quello di tradurre l’esperienza performativa in un lavoro di più ampia fruizione. (L’appuntamento, alle ore 19, è alla Fondazione di Sardegna di Cagliari, in via San Salvatore da Horta 2.)
Una produzione che si inserisce in un ampio ciclo di iniziative e che, nel corso dello scorso anno, ha coinvolto una piccola pattuglia di curatori e artisti, invitati a Cagliari con l’intento di offrire al dibattito sul tema dei flussi e dei migranti nuovi spunti di dialogo e riflessioni. Non solo un lavoro di cronaca e documentazione, quello realizzato dal famoso collettivo artistico milanese Studio Azzurro, ma quasi un’opera nell’opera. Una sorta di esperienza immersiva tra paesaggi di archeologia industriale del sud Sardegna e panorami mozzafiato, in grado di proiettare lo spettatore in una sorta di limbo onirico. Lo scenario infatti è quello delle ambientazioni lunari di una cava dismessa situata nelle vicinanze di Sarroch. A muoversi, all’ora del tramonto, quello migliore assieme all’alba per la fotografia, tra zolle di terra e squarci di cielo, si muove un’umanità in transito formata da spettatori e performer. “Un tempo teatrale – si legge nelle note di produzione – che si sfalda e si dilata in un tempo altro, quello del nomadismo, precipitando in uno stato di attesa e puro accadimento”. Un deserto di figure stilizzate, di profili antichi, di fuochi, pastori e greggi. Quasi un passaggio di tempo che ricorda le atmosfere cinematografiche del regista russo Andrej Tarkovskij, con le sue sequenze lunghissime, così lontane dai ritmi sincopati dei tempi moderni.
Sempre a Cagliari, in occasione della presentazione del video Désert, sarà visitabile anche la mostra intitolata Cagliari di Guy Tillim, fotografo sudafricano recentemente insignito del prestigioso Premio Henri Cartier-Bresson Award. Gli scatti, accompagnati dai testi di Francesco Abate e Michela Murgia, fanno parte del progetto espositivo, in scena per tutto gennaio, negli spazi della Fondazione. (d.p.)