Il pubblico in diaspora simbolica, insieme ai migranti artisti, che scopre il luogo della rappresentazione solo percorrendone il tragitto a bordo di bus, messi a disposizione dallo staff organizzativo. I richiedenti asilo che – insieme agli artisti – calcano le scene, individuate dal regista, coreografo e performer umbro di origine sarda Leonardo Delogu, artista ‘camminatore’, ricercatore del movimento e del paesaggio, in un sito a pochi chilometri da Cagliari.
Sono alcuni degli elementi che fanno di “Désert”, performance site specific di Delogu, una rappresentazione intensa, oltre che inedita: un viaggio ‘condiviso’, quello che apre a Cagliari il nuovo ciclo di produzioni artistiche della Fondazione di Sardegna, il 23 settembre, dedicato al tema delle migrazioni.
LE FOTO di Guy Tillim
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Il tema prescelto ha portato i due curatori, Maria Paola Zedda per la performance e Marco Delogu per la fotografia, a proporre l’intervento di due artisti distanti per provenienza geografica, età, immaginario estetico, riferimenti e intenti artistici, che nel corso dell’estate hanno trascorso diverse settimane di residenza e produzione sull’Isola.
La bio. Leonardo Delogu – che vanta collaborazioni con il Teatro Valdoca, i coreografi Raffaella Giordano e Claude Coldy, il paesaggista francese Gilles Clèment e il collettivo Coloco – ha scelto di raccontare il fenomeno migratorio mettendo a confronto la dimensione contemporanea con l’aspetto arcaico e archetipico del nomadismo. L’immagine del deserto è il fattore di connessione tra i due aspetti. Tra i mesi di aprile e agosto, nel corso di tre cicli di produzione, Leonardo Delogu ha individuato un luogo dell’area metropolitana di Cagliari, che è stato il cuore dell’intero processo di creazione e che viene rivelato solo al momento del debutto.
Come un coro senza corifeo, si staglia sullo sfondo, come un’apparizione, un gruppo di giovani residenti e di richiedenti asilo: una partecipazione all’evento artistico che apre alle suggestioni evocative, un percorso immersivo che si colloca nell’ambito della long duration performance. La rappresentazione sarà oggetto delle riprese video e dello sguardo d’autore del noto collettivo artistico milanese Studio Azzurro.