Non solo “Su Mannu”, ovvero “Il Grande”, come nelle conversazioni tra il cardinale Angelo Becciu e una familiare, Angela Pani. Il circolo ozierese del porporato cerca di consolare come può il prelato di casa. E così quelli che in Vaticano tramano contro Becciu, perché così lui racconti, in chat vengono definiti “puzzinosi”.
Anche questo elemento emerge dal lavoro investigativo fatto dalla Guardia di finanza di Oristano e poi trasmesso alla Santa Sede per il tramite della Procura di Sassari. Tutte queste conversazioni sono state rese pubbliche dal promotore di giustizia Alessandro Diddi, il procuratore nel Tribunale vaticano. L’udienza, la 37°, si è tenuta mercoledì e lì è emersa la chiamata registrata tra Becciu e Bergoglio. Stando agli atti giudiziaria, il porporato di Ozieri voleva che il Papa dicesse di essere stato lui ad autorizzare un prelievo da 500mila sterline. La telefonata venne conservata con l’aiuto di una nipote del cardinale, Maria Luisa Zambrano, figlia della Pani.
Contro Becciu è aperto dall’altro giorno un nuovo filone investigativo con l’accusa associazione per delinquere. Il fascicolo riguarda gli affari della Cooperativa Spes, intestata ad Antonino Becciu, fratello del cardinale, e che aveva legami con la diocesi di Ozieri e la Caritas attraverso un conto definito “promiscuo” dagli stessi militari delle Fiamme gialle.