Dal Sarrabus all’Ogliastra, dall’Oristanese alla Barbagia. È la Sardegna scesa in piazza oggi a Cagliari per protestare contro “la sanità al collasso“. Vuol dire ospedali con sempre meno personale liste d’attesa infinite, Comuni senza medico di base o pediatra. La mobilitazione è stata organizzata dai Comitati territoriali per la salute pubblica che si sono dati appuntamento nella scalinata della basilica di Bonaria e da lì il corteo sotto il Consiglio regionale di via Roma.
Tantissimi i cartelli e gli striscioni che hanno raccontato con le parole il disastro dell’assistenza medica e ospedaliera nella nostra Isola. Una situazione diventata esplosiva con il Covid che ha acuito la già problematica situazione della sanità sarda. Un versante su cui si è giocata la campagna elettorale delle ultime Regionali del 2019, ma sinora non si è visto nulla delle promessa fatte dal presidente Christian Solinas e dall’assessore Mario Nieddu. Anzi: per la Giunta sarda la protesta di oggi suona ad avviso di sfratto. Nel mirino anche l’Ats col suo commissario Massimo Temussi.
È stata una manifestazione affollata, quella di oggi a Cagliari, affollata, segno che i sardi vogliono lottare per riappropriarsi del proprio diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, citato in svariati cartelli che hanno animato la protesta. Fari anche sulla riforma della medicina territoriale, il grande vuoto lasciato dalla gestione di centrosinistra nella precedente legislatura e su cui non sembra avere le idee chiare nemmeno la coalizione al governo della Regione.
Sardinia Post ha seguito, attraverso due distinte dirette, il ritrovo nella scalinata di Bonaria e il corteo sino al Palazzo di via Roma. Entrambe le dirette si possono riguardare anche sulla pagina Facebook del nostro giornale.
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