Opera d’arte censurata da Facebook: ora è il simbolo del dolore per Romina

L’algoritmo di Facebook non è riuscito a impedire a quell’opera di un’artista sarda di diventare il simbolo dell’ennesimo femminicidio, quello di Romina Meloni, uccisa dal precedente compagno a Nuoro pochi giorni fa. Daniela Squintu, colpita e scossa dalla notizia dell’assassinio ha voluto diffondere la sua opera: una donna seminuda in croce con la scritta ‘Questa volta si chiama Romina’.

Il social network ha però immediatamente provveduto a rimuovere il post, su segnalazione di qualche utente, perché “non rispetta gli standard in materia di nudo e atti sessuali”. Così lei ha coperto le piccole parti “sconvenienti” con un pennarello e lo ha ripubblicato.

È bastato questo, la testardaggine di una donna che piange un’altra donna. In breve tempo il sito istituzionale del Comune ha rilanciato il post con una frase di John Lennon: “Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore,  mentre la violenza e l’odio  si diffondono alla luce del sole” e l’opera è diventata il simbolo del corteo di ieri e della tragica e assurda morte di Romina.

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“Questo quadro l’ho dipinto nel 2012 – spiega la pittrice di Ozieri a Sardinia Post -, quando ancora la parola femminicidio non era stata coniata, voleva essere un inno contro alla violenza di genere, non solo fisica, ma anche psicologica. Per questo porta la benda sugli occhi: come molte donne che fingono di non accorgersi di certe situazioni e vanno avanti lo stesso per il bene dei figli”,

L’opera, che in originale è grande un metro e venti per uno e sessanta, fu esposta anche nel museo di Olbia, e anche lì scatenò reazioni scomposte: tacciata di blasfemia, ne fu chiesta la rimozione dall’esposizione. “Ma il risultato fu solo che mi fu chiesto di prolungare la mostra per altre settimane”, racconta Daniela che spesso, pittrice di professione, con alle spalle molte esposizioni anche insieme alla sorella gemella, anche lei artista. “Tra l’altro la croce in realtà è la croce della bandiera dei quattro mori, e la Sardegna sullo sfondo sta a significare la similitudine con il dolore di una terra spesso violata”, spiega Daniela Squintu.

“Romina la conoscevo di vista, siamo in un piccolo centro e la notizia della sua morte mi ha sconvolto, ho pensato per questo di riproporre l’opera, ma non pensavo sarebbe diventata il simbolo di questa ennesima tragica morte di una donna”, sottolinea.

Mar.Pi.

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