Non accettava che l’ex compagna si rifacesse una nuova vita dopo la fine della loro relazione, chiusa da tempo. Tanto che continuava a cercarla e forse a sperare che un giorno sarebbero tornati insieme. Ma quando Romina Meloni, 49 anni, uccisa ieri a Nuoro, è andata a vivere in una nuova casa e a frequentarsi con un’altra persona, il suo ex – Ettore Sini, anche lui 49enne – ha deciso di mettere in atto il piano della morte. Un copione identico a tutti i femminicidi con il solito assurdo e inaccettabile movente della gelosia.
Dopo aver ammazzato la ex nella sua abitazione di via Napoli (i due non erano sposati), Sini – un agente di polizia penitenziaria originario di Bono – è scappato. Una fuga, la sua, durata sei ore. Secondo i carabinieri, l’uomo ha vagato tra Nuoro e Sassari meditando di suicidarsi. Un proposito che poi non si è concretizzato. I militari dell’Arma lo hanno rintracciato e fermato in strada, mentre camminava a piedi. L’assassino è stato interrogato per tutta la notte dai carabinieri del Comando provinciale e dal magistrato.
I particolari della vicenda sono stati resi noti questa mattina dai carabinieri nel corso di una conferenza stampa. Il delitto avviene intorno alle 17, orario in cui l’agente di polizia penitenziaria si presenta in via Napoli, davanti alla palazzina in cui Romina Meloni viveva in un appartamento al piano terra. Dopo aver suonato il citofono di un’altra abitazione, al quale risponde una bambina, si fa aprire il portone e riesce a entrare nel palazzo. Quindi raggiunge l’abitazione dell’ex compagna e bussa. È la stessa Romina Meloni ad aprire. E quando vede l’ex, chiude subito la porta. Il gesto, quasi istintivo, non basta però a fermare la furia del 49enne. Sini, sempre stando alla ricostruzione dei carabinieri, la sfondata ed entra in casa. Poche parole, molte urla. L’agente della polizia penitenziaria afferra la pistola, portata con sé col proposito di uccidere, ed esplode cinque, forse sei colpi di una calibro 7.65, ferendo a morte Romina e alla testa, in modo grave, Gabriele Fois.
Dopo l’omicidio Sini fugge velocemente da via Napoli e raggiunge il carcere a Badu ‘e Carros, il suo posto di lavoro. Lì prende la pistola d’ordinanza e due caricatori con quindici proiettili e si allontana. Da Nuoro si sposta verso Sassari. I carabinieri lo cercano a Bono senza fortuna, ma riescono a mettersi in contatto con alcuni familiari che agevolano le ricerche: contattano telefonicamente il fuggitivo riuscendo a localizzarlo: lo trovano intorno alle dieci di sera a Sassari in via Dei Mille, mentre è a piedi. Ha la pistola alla cintola. Riescono a immobilizzarlo e mettere così fine alla sua fuga.